MESSINA, 21 GIUGNO 2013 – Sedici persone sono state arrestate dai carabinieri di Messina con le accuse di estorsione e tentata estorsione nei confronti di alcune imprese edili e di associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Gli espisodi di estorsioni e tentate estorsioni riguardano due ditte che avevano vinto appalti pubblici a Scaletta Zanclea e Itala dove stavano eseguendo dei lavori: alle imprese gli arrestati avrebbero imposto l’assunzione di personale. Nel corso delle indagini sarebbe stata individuata anche un’organizzazione che smerciava droga, di cui si riforniva in provincia di Catania.
I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal Gip di Messina, Salvatore Mastroeni, su richiesta del sostituto procuratore della Dda Maria Pellegrino e del sostituto procuratore Alessia Giorgianni, coordinati dal procuratore capo Guido Lo Forte. Decine di perquisizioni domiciliari sono state eseguite, oltre 100 i carabinieri del comando provinciale di Catania e della compagnia di Randazzo impegnati nell’operazione.
In manette sono finiti Salvatore Culici, 34 anni, Filippo Pino, 40 anni, Massimo Longhitano, 40 anni, Andrea Freni, 30 anni, Francesco Viola, 21 anni, Antonio Bonfiglio, 23 anni, Vittorio Tamburella, 25 anni, Rosario Tamburella, 54 anni, Antonino Tavilla, 23 anni.
Arresti domiciliari per Giusy Ferraro, 31 anni, Maria Culici, 41 anni, Luciano Daidone, 51 anni, Jonatan Cosentino, 28 anni, Agatino Interdonato, 36 anni, Giuseppe De Luca, 33, Antonino Briguglio, 33 anni. Per altre sette persone è scattato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
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Le indagini erano partite ad aprile 2011, dopo un atto intimidatorio ai danni di un’impresa edile che si era aggiudicata una rilevante commessa per lavori di urbanizzazione ad Itala, piccolo centro del Messinese. In quella occasione una bottiglia di liquido infiammabile e un accendino erano stati ritrovati su una macchina operatrice. Le indagini portarono i carabinieri a Salvatore Culici (nella foto, a sinistra) e Filippo Pino (nella foto, a destra): i due avrebbero cercato di costringere i titolari dell’impresa ad assumere personale in cambio di protezione. Gli stesis indagati, a luglio dello stesso anno, avevano chiesto al responsabile del cantiere il pagamento di una somma pari al 3 del valore dell’appalto, da versare ad un soggetto ancora da individuare.
Un altro episodio emergeva nel corso delle indagini: nel mirino dello stesso Culici, di Andrea Freni e di Massimo Longhitano, era finito il cantiere di un’impresa catanese impegnata, sempre ad Itala, in lavori di consolidamento dopo l’alluvione dell’ottobre 2009. In questa occasione gli estorsori riuscivano ad imporre al direttore dei lavori un subappalto, a Scaletta Zanclea, a favore di Freni.
Le indagini hanno però consentito di far venire alla luce anche un altro filone criminale: un’associazione che fra Itala, Scaletta Zanclea e Giampilieri che trafficava in droga. A capo dell’organizzazione c’era lo stesso Salvatore Culici, coaduvato da Antonino Bonfiglio e Antonino Tavilla. Culici e la moglie Giusy Ferraro, si occupavano di garantire luoghi sicuri in cui custodire la droga. Era la donna, che nei periodi di assenza del marito trattava con gli spacciatori. Francesco Viola invece era incaricato di trasportare la droga, Bonfiglio si occupava dello “spaccio al minuto” mentre Tavilla forniva all’organizzazione supporo economicoe logistico. Episodi di spacio di marijuana sono contestati a Vittorio e Rosario Tamburella.
Nel lungo periodo delle indagini erano già state arrestate, in flagranza di reato, quattro persone e sequestrati 800 grammi di marijuana.
(foto d’archivio)