PALERMO, 18 GIUGNO 2013 – Cento milioni di euro al mese, più di tre milioni al giorno. Tanto dovrà spendere da qui a dicembre il Governo regionale siciliano per evitare il disimpegno di parte dei fondi Ue. A rischio, come aveva anticipato Si24, ci sono 600 milioni di euro.
È quanto emerso dalla riunione del Comitato di sorveglianza sullo stato di attuazione del Po-Fesr 2007-2013, in corso a Palermo, alla presenza dei dirigenti della Regione e dei componenti ministeriali della task-force.
Dall’inizio dell’anno a ora, la spesa è stata di appena 10 milioni mensili. Da gennaio a giugno, la Sicilia ha certificato 122 milioni di euro, l’obiettivo è di arrivare a 425 mln a fine ottobre e a 763 mln a fine dicembre.
Rispetto al finanziamento complessivo del programma pari a 4,9 miliardi, la Regione ha finora certificato 1,1 miliardi, pari al 22%, dato in 4 punti superiore rispetto a quanto risulta alla task-force ministeriale, con una percentuale pari a 18,8 punti.
Ma l’assessore all’Economia, Luca Bianchi, difende l’operato del Governo regionale e bacchetta la burocrazia. “Se non siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo di spesa previsto per il 31 maggio e se i risultati sono insoddisfacenti la responsabilità è dei dipartimenti della Regione”.
E l’assessore ha poi “invitato” i dirigenti regionali a “fare tesoro di queste due giornate di riunioni del Comitato, anche perchè – ha precisato Bianchi – la valutazione sui singoli dirigenti si baserà proprio sui risultati conseguiti dai Dipartimenti nella spesa dei fondi Ue”.
“Aver speso così poco, pur avendo a disposizione 6 miliardi di euro – dice Mario Filippello, segretario regionale della Cna – è un sacrilegio specie se si pensa alle risorse di cui la Sicilia ha bisogno per far fronte alla crisi economica. Insomma, è come aver tenuto in questi anni le provviste chiuse in cantina, mentre il popolo pativa la fame”.
“È evidente – continua il segretario regionale della Cna – che le responsabilità di questa situazione non si possono addebitare soltanto all’attuale governo, al quale però chiediamo il massimo impegno per i mesi che restano fino alla fine del programma. Bisogna inoltre semplificare le regole che sovraintendono la spesa e soprattutto chiediamo al governo di impegnarsi affinchè si faccia tesoro di queste esperienze e nelle prossime programmazioni si punti sulle imprese e sul lavoro produttivo, evitando che i bandi si trasformino in un calvario burocratico per gli utenti”.