ROMA, 15 GIUGNO 2013 – Le parole affidate a Facebook dal capogruppo alla Camera, Riccardo Nuti sulla “compravendita morale e politica” dei parlamentari Cinque Stelle ma soprattutto su chi di loro “già indaga su quanti soldi pubblici spetterebbero loro in caso di formazione di un nuovo gruppo” sono come benzina sul fuoco di un movimento già infiammato dalle divisioni.
A Nuti rispondono a muso duro i senatori Mario Michele Giarrusso (nella foto) e Francesco Campanella e il primo arriva persino a parlare con l’Agi di espulsione per il capogruppo siciliano: “Se Nuti ha notizia di una compravendita, è un dovere preciso andare in Procura. Altrimenti sono fatti inventati e si sta diffamando il Movimento e per questo mi troverei costretto a chiedere la sua espulsione”.
In queste polemiche tutte siciliane si inserisce anche Campanella che, come Giarrusso, chiede a Nuti di fare i nomi. Altri grillini tentano, invece, di mediare o come il deputato Alessio Tacconi, bollano le parole di Nuti come temi inesistenti che distolgono dal vero problema. Che poi è sempre quello della frattura fra i fedelissimi ai guru del Movimento, Grillo e Casaleggio, ed ai loro “vangeli” e chi invece tenta di smarcarsi o dentro il Movimento o pensando a uscirne in qualche modo.
Temi che rimangono al centro delle discussione fra i “cittadini a Cinque Stelle” con gli elettori che da più parti iniziano a domandarsi quanto spazio all’attuazione degli impegni presi durante le campagne elettorali sarà lasciato dalla spiccata autoreferenzialità della pattuglia grillina presente in Parlamento.