PALERMO, 14 GIUGNO 2013 – Fierezza, stima di sé, amor proprio, vanto. Questo vuol dire orgoglio. Almeno nella forma positiva del termine. Nell’espressione serena che ci compare sul viso quando la mattina ci guardiamo allo specchio sorridenti, o quando guardiamo negli occhi la persona che amiamo, riconoscendoci.
Orgoglio vuol dire scendere in piazza e non percepire nessuno come diverso. Camminare per strada e non avere paura di qualcuno che appare lontano dal nostro modo di essere. Ma vuol dire anche andare fieri della propria unicità, senza urlarlo, perché riconoscerla intimamente ha più valore, e conferisce un senso a tutto il resto.
Oggi sarebbe bello se tutti provassero a capire cosa ci rende orgogliosi. Una promozione a scuola, aver condiviso un desiderio, coltivare una speranza, essere innamorati, aver fatto una scoperta, aver letto un bel libro oppure essere entrato in un paio di pantaloni sepolti dentro l’armadio.
Da palermitana sarei orgogliosa se la settimana che inizia oggi non finisse semplicemente con una sfilata allegra piena di colori. Non vorrei che spenti i riflettori qualcuno cambiasse strada. Mi piacerebbe che tutti quelli che si schierano per “sentito dire” capissero cosa stanno dicendo, o almeno ci provassero.
