PALERMO, 14 GIUGNO 2013 – Non se l’aspettavano. I grillini siciliani non avevano preventivato un così drastico calo di consensi, nemmeno dopo lo “smottamento” del Movimento registrato quindici giorni prima in molti comuni italiani.
Un crollo verticale, con qualche buona performance sopratutto nella provincia agrigentina, ma con picchi di delusione come ad esempio il dato di Catania dove la candidata a sindaco ha conquistato meno del 4%. Nulla a che vedere con lo straordinario risultato ottenuto prima alle regionali (e il M5S in Sicilia è stato sempre additato come esempio da seguire) e poi alle politiche.
“Confronti che però non reggono – spiega il capogruppo pentastellato, Giancarlo Cancelleri, a Si24 – perché le elezioni amministrative si basano su rapporti familiari o amicali, soprattutto nei piccoli centri, e noi siamo ancora troppo giovani. Certo – ammette – qualche errore nella strategia elettorale l’abbiamo fatto”.
Mentre a livello nazionale impazza la polemica sulla posizione assunta dalla senatrice Adele Gambaro (lunedì la decisione sulla sua possibile espulsione) ma più in generale vacilla la posizione di Beppe Grillo, in Sicilia – forse la regione più indipendente dal suo guru storico – il Movimento 5 Stelle ha incassato la sconfitta e adesso pone in silenzio le basi per un rilancio. Difesa e contropiede.
E così Cancelleri, dopo aver fatto una doverosa autocritica, lancia precisi messaggi al presidente della Regione Crocetta che lunedì sera, dopo il trionfo elettorale del centrosinistra, aveva detto che “avrebbe voluto collaborare ancora con il Movimento 5 Stelle all’Ars”.
“Non cambiamo atteggiamento – dice – continueremo a valutare ogni singolo provvedimento. E Crocetta rifletta bene sulle prossime mosse. Speriamo non ce ne siano altre come quella dei cantieri di lavoro, perchè la disoccupazione non si risolve con la creazione di posti di lavoro precari. Aiuti piuttosto le piccole e medie imprese”.
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