TERMINI IMERESE, 13 GIUGNO 2013 – I lavoratori dell’ex Fiat di Termini Imerese e dell’indotto pronti a tornare in piazza: un nuovo sit-in è stato programmato per lunedì mattina, davanti alla presidenza della Regione a Palermo.
Lo ha deciso l’assemblea degli operai, riunita oggi nell’aula consiliare. Una riunione infuocata: a due anni dalla chiusura dello stabilimento termitano ancora nessuna ipotesi concreta all’orizzonte. E a fine anno scadrà anche la cassa integrazione, lasciando i lavoratori senza nemmeno il paracadute degli ammortizzatori sociali.
L’assemblea coincide con nuove dichiarazioni dell’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, che, durante l’assemblea 2013 di Confindustria, ha assicurato che nessuno stabilimento sarà chiuso in Italia e ha annunciato 4 miliardi di investimenti sulla fabbrica di melfi. Dichiarazioni che, ai lavoratori di Termini Imerese, suonano come una beffa.
Intanto ieri il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Simona Vicari, e il presidente della Regione, Rosario Crocetta, si sono incontrati a Roma e hanno affrontato i temi del rilancio dell’area industriale di Termini: ci sarebbero già contatti con tre aziende interessate a nuovi insediamenti produttivi. “Di questi incontri non siamo informati – dice il segretario della Fiom-Cgil, Roberto Mastrosimone – . Del nostro futuro non sappiamo nulla, come se fosse calato il silenzio su di noi. Da lunedì inizia una nuova stagione di proteste, vogliamo risposte certe sulle prospettive”.
“Lunedi mattina gli operai di Termini Imerese – dice il sindaco Totò Burrafato – si riuniranno davanti alla sede della Presidenza della Regione siciliana a Palermo. Ed io sarò con loro. Apprezzo l’impegno del presidente Crocetta nell’affrontare la vertenza dell’area industriale Fiat e so quanta passione mette nelle cose che fa. Ma oggi, purtroppo, siamo ancora ad un punto morto”.
Sull’incontro romano di ieri, Burrafato aggiunge: “Mi attendo opportune assicurazioni e chiarimenti sui tre progetti industriali che cascano sulle teste dei lavoratori della mia città dall’alto, senza possibilità di replica o confronto. Vogliamo sapere prima di tutto se sono in grado di reggere l’impatto occupazionale che la sfida di rilancio impone e se saranno in grado di creare sviluppo e occupazione per le prossime generazioni. Termini Imerese vuole un progetto per il futuro non solo per il presente”.
