PALERMO, 13 GIUGNO 2013 – Oltre due milioni e 300 mila pratiche di sanatoria in tre anni in mezza Sicilia, solo meno della metà definite, più del 15% nemmeno esaminate. Oltre tremila abusi scoperti nel 2012 in Sicilia, solo 98 le demolizioni effettuate.
I dati emergono dal rapporto “sull’abusivismo edilizio e sullo stato di definizione delle istanze di sanatoria 2012″ redatto dal Dipartimento regionale Urbanistica e che ha preso in considerazione 186 Comuni siciliani su un totale di 390 nei quali le costruzioni abusive raggiungono una volumetria pari a 500.752,01 metri cubi.
Per gli anni 2009, 2010 e 2011 le domande di sanatoria sono state, rispettivamente, 770.698, 771.413 e 758.856 euro. Per il 2012 a 314.000. Le pratiche definite, oscillano, per gli anni considerati, da una percentuale del 43% al 48%. Il rimanente sono pratiche istruite in attesa di atti integrativi e istanze con esiti diversi. Le istanze non esaminate per gli anni 2009, 2010, 2011, 2012 sono, in percentuale, rispettivamente il 16,7% (2009-2010), 14,4% (2011), 7,4% (2012).
La maggior parte delle opere abusive risulta realizzata nelle zone sottoposte ai vincoli sismico e idrogeologico, paesaggistico e archeologico. Il rapporto evidenzia anche i costi a carico delle casse comunali per la rimozione delle opere abusive. Costi che dovrebbero essere a carico dei proprietari ma che gli enti locali sono costretti ad anticipare quando i propretari non provvedono alle demolizioni.
Interessante è il caso di un comune dell’Agrigentino che sta perfezionando una convenzione per avviare le procedure grazie alle quali potrà accedere alle risorse finanziarie necessarie per le demolizioni di 181 immobili e per il trasporto degli inerti che ammonta a circa 7 milioni di euro.
“I Comuni – ha detto l’assessore regionale al Territorio e Ambiente Mariella Lo Bello – devono dare seguito alle ordinanze di demolizione e di ripristino dei luoghi nel rispetto dell’ambiente e acquisire le opere abusive al patrimonio comunale, purtroppo così non avviene in moltissimi casi spesso anche per gli elevati costi di demolizione. Segna certamente una importante inversione di tendenza la demolizione, avvenuta su impulso della Procura della Repubblica di Agrigento, dell’ecomostro-simbolo della Scala dei Turchi a Realmonte, dove presto saranno abbattuti altri trescheletri di cemento sulla vicina spiaggia di Lido Rossello. La politica, ai pari livelli di governo, deve porsi il problema dell’individuazione di misure finanziarie e legislative adeguate”.
Una circolare proveniente dall’assessorato regionale al Territorio e Ambiente e diretta a tutti i comuni siciliani prescrive di accelerare le operazioni di acquisizione al demanio delle strutture abusive altrimenti saranno gli uffici regionali a denunciare omissioni all’autorità giudiziaria. Inoltre è previsto il commissariamento per i comuni che non rispettano le norme sulla tutela dell’ambiente.