Attentato in Afghanistan, i militari salvati da La Rosa riconoscono il killer

di Redazione

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Attentato in Afghanistan, i militari salvati da La Rosa riconoscono il killer

| mercoledì 12 Giugno 2013 - 08:28

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ROMA, 12 GIUGNO 2013 – Ha circa vent’anni, si chiama Walick Ahmad e ha già confessato: arrestato in Afghanistan l’autore dell’attentato costato la vita al maggiore Giuseppe la Rosa, ucciso sabato scorso. L’uomo è stato riconosciuto a uno dei militari salvati da La Rosa. 

 

Il ministro della Difesa, Mario Mauro, ha annunciato l’arresto del giovane durante la sua informativa alla Camera. Ahmad sarebbe responsabile anche dell’attacco di ieri ad un convoglio di italiani, avvenuto sempre nell’area di Farah. 

 

Il giovane, messo a confronto con uno dei soldati coinvolti nell’attentato, è stato riconosciuto dal militare. Ad incastrare il giovane assassino, dunque, è stato uno dei militari che sono stati salvati dal sacrificio del Maggiore siciliano, come ha spiegato in Parlamento il ministro.

 

Mauro ha ricostruito in aula le fasi dell’attacco. Il convoglio italiano si stava avvicinando ad un incrocio e aveva rallentato, a causa di un’autocisterna che procedeva in senso contrario e di due auto. Una di queste si è fermata in mezzo alla carreggiata: il conducente si è allontanato mentre la seconda auto si è portata in coda al convoglio. A questo punto l’attentatore, che si trovava ai bordi della strada e stava parlando con un poliziotto dell’Afghan National Police, si è lanciato verso il mezzo in testa al convoglio, è salito e ha lanciato l’ordigno attraverso la botola, dandosi subito alla fuga. 

 

Ad accorgersi della granata sarebbe stato proprio il capitano La Rosa che ha gridato tre volte “granata” per allertare i compagni. è stato un attimo: il militare ha capito che non c’era tempo per evacuare il mezzo e si è parato fra l’ordigno e i compagni. 

 

Il conducente del Lince ha provato ad inseguire l’attentatore ma non lo ha raggiunto. Intanto il comandante della pattuglia intuita la gravità dell’accaduto e il rischio di un secondo attacco ha disposto il rientro alla base. Inutile anche il tentativo di rintracciare il poliziotto che stava parlando con l’attentatore. Le condizioni di La Rosa – ha riferito sempre il ministro – sono apparse subito gravi, la sua morte è stata constatata poco dopo. 

 

Il ministro ha riferito in aula anche delle condizioni degli altri tre militari feriti: il maresciallo Dario Chiavello che ha riportato “un trauma acustico con ipoacusia”, e il maresciallo capo Giovanni Serio, “ferito da schegge agli arti inferiori” rientreranno domani in Italia mentre il capitano Michele Buccelli, che ha riportato escoriazioni al viso è già rientrato in servizio.

 

Mauro ha parlato di “un atto terroristico accuratamente preparato” e di “complicità di alcuni civili presenti”. La rivendicazione dei talebani, che parlava di un ragazzino di 11 anni come autore dell’attentato, è stata definita dal ministro “un’ zione di vera e propria guerra psicologica”.

 

Nessuna possibilità di accelerare il ritiro del contingente italiano in Afghanistan: il ministro ha escluso questa ipotesi perchè “l’Italia – ha detto – ha un dovere di serietà e lealtà nell’ambito delle relazioni internazionali, a cui non si può venir meno se non pagando un altissimo prezzo; ma intende rimanere un partner affidabile”. “Confermo l’intenzione del governo di procedere nella missione Isaf, il cui compimento è previsto a dicembre 2014, concludendola nei termini stabiliti”, ha detto il mistro che ha anche espresso “un’amarezza profonda, a fronte della gravità di quanto accaduto, nel vedere questa aula vuota” perchè “la vita di Giuseppe La Rosa sia quel fatto a cui siamo tutti chiamati a guardare se vogliamo comprendere il senso del nostro compito e della nostra missione”.

 

Dopo i funerali di Stato lunedì a Roma, ieri l’ultimo omaggio al capitano La Rosa, promosso maggiore, nella sua Barcellona. La cittadina si è stretta intorno ai familiari, uno striscione con la frase “Eri, sei e rimarrai un eroe”.

 

 

 

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