Il centrosinistra canta vittoria. Bianco torna sindaco di Catania: “Una vittoria politica clamorosa”

di Redazione

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Il centrosinistra canta vittoria. Bianco torna sindaco di Catania: “Una vittoria politica clamorosa”

| lunedì 10 Giugno 2013 - 23:44

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CATANIA, 11 GIUGNO 2013 – C’è un centrosinistra straordinariamente coeso dietro la vittoria al primo turno di Enzo Bianco a Catania. Partito democratico, Megafono e Udc non hanno mai stonato e insieme hanno sconfitto il sindaco uscente Raffaele Stancanelli, candidato del centrodestra.

 

Inizia, dunque, la terza Era Bianco nella città dell’Elefante, dopo l’esperienza del 1988 e quella più significativa del 1993. Un revival che sembra camminare di pari passo con l’esperienza del primo cittadino di Palermo, Leoluca Orlando: sindaci che hanno segnato la storia delle proprie città in passato e che, in un momento di profonda crisi d’appartenenza e di rappresentanza politica (denunciata dal basso dato della partecipazione al voto), tornano alla carica e conquistano gli elettori con il fascino del passato.

 

“Catania ha scelto di tornare alla pulizia, all’onestà, alla speranza – ha detto Bianco -. Una vittoria politica di enorme valore perchè è il successo di una coalizione che ha visto insieme il centro e la sinistra moderata”.

 

La vittoria, sul filo del rasoio, con una percentuale poco sopra il 50,5 per cento, diventa definitiva alle prime luci dell’alba, ma già ieri sera Enzo Bianco, in diretta streaming, aveva annunciato con un pizzico di spavalderia di avere “un vantaggio incolmabile che rappresentava una vittoria politica indiscutibile”. Sconfitto, l’uscente Stancanelli ha ammesso di non essere “riuscito a trasmettere agli elettori la sua passione”.

 

Il Popolo delle Libertà, a Catania come in molti altri centri dell’isola, non ha ripetuto il miracolo delle politiche. Poche parole per commentare la sconfitta, solo un laconico “c’è bisogno di una riflessione” da parte del coordinatore regionale, Dore Misuraca. La riflessione dovrà essere profonda ma un dato è certo: senza il Cavaliere in campo (Berlusconi non è nemmeno venuto a Catania per la chiusura della campagna elettorale) il Pdl perde identità e spessore.

 

Stesso discorso per il Movimento 5 Stelle, l’altro partito a forte trazione individuale: senza Grillo in campo e con un tour siciliano che ha toccato soltanto alcuni piccoli centri ma non i capoluoghi, il Movimento 5 Stelle non è riuscito nemmeno a superare la soglia del 5 per cento. Un dato talmente basso da far pensare che il Movimento sia stato stroncato dai suoi elettori per l’incapacità – dopo il trionfo delle regionali e delle poliiche – di imprimere un profondo segno sulle dinamiche politiche. Lo stesso leader siciliano Giancarlo Cancelleri ha ammesso che “sono stati commessi alcuni errori”.

 

Una cosa è certa: Enzo Bianco e la sua vittoria saranno la bandiera che Giuseppe Lupo e Rosario Crocetta sventoleranno in faccia ai detrattori, ai critici e a coloro che chiedono “verifiche di maggioranza” come l’Udc di D’Alia e qualche anima del Pd, e “rimpasti di giunta”. Pd e Megafono potrebbero adesso ritrovare quella sintonia che sembrava in profonda crisi ma la gestione della Regione è un’altra cosa e la tanto decantata rivoluzione crocettiana ancora non ha prodotto grandi risultati: le continue proteste di piazza ne sono la testimonianza, e la bassa percentuale dei votanti sta a significare che il distacco tra la gente e la politica è sempre più profondo.

 

Sarebbe un errore gravissimo – per la Sicilia e i siciliani – pensare di nascondere dietro il piccolo paravento di un buon risultato elettorale la pericolosità di una crisi che lascerà in ginocchio la Sicilia per chissà quanto tempo.

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