GELA (CL), 4 GIUGNO 2013 – Emergenza allo stabilimento petrolchimico di Gela. Questa mattina si è verificata una fuoriuscita di greggio nel fiume Gela che ha raggiunto il mare aperto. La Procura ha avviato un’inchiesta e ha posto sotto sequestro l’impianto dove si è verificato l’incidente.
A provocare il versamento del petrolio un improvviso guasto all’impianto topping 1 dello stabilimento petrolchimico. Secondo quanto comunicato dalla raffineria la causa della perdita sarebbe dovuta al disservizio di uno scambiatore. La capitaneria di porto è intervenuta con le imbarcazioni antinquinamento per circoscrivere la macchia di greggio ed impedire al petrolio di espandersi nel mare. La situazione è adesso sotto controllo. La Procura della Repubblica del Tribunale di Gela ha aperto un’inchiesta.
Il procuratore Lucia Lotti ha deciso il sequestro per esigenze probatorie e di cautela di tutto l’impianto “Topping 1”, dove si è verificato il guasto che ha provocato lo sversamento. Secondo la Procura in mare si trova almeno una tonnellata di petrolio. L’ incìdente sarebbe stato causato da una catena di circostanze. Oltre alla rottura dello scambiatore di calore, non ha funzionato una valvola di sicurezza e, sempre secondo la Procura, le manovre di sicurezza non sono state effettuate in modo completo. La fuoriuscita del greggio è terminata solo con il fermo dell’impianto avvenuto dopo un’ora. La Procura procede per i reati previsti dal codice dell’ambiente, e per danneggiamento aggravato e disastro innominato colposo.
In serata la Guardia Costiera di Gela ha comunicato che dopo una lunga serie di interventi ai quali ha partecipato anche un Atr 42 della base area della Gardia Costiera di Catania, lo sversamento risulta contenuto all’interno dei 100 metri dalla foce del fiume Gela e circoscritto dalla prima barriera di “panne galleggianti”.
Una seconda barriera è stata sistemata a 500 metri dalla foce. La bonifica sta proseguendo attraverso i mezzi di “autospurgo” della Raffineria di Gela. La Guardia Costiera assicura che “le operazioni proseguiranno incessantemente anche durante le ore notturne” e che “con questi provvedimenti si è riusciti ad impedire che il prodotto sversato si disperdesse lungo il litorale di Gela evitando che l’inquinamento interessasse chilometri di spiaggia frequentata in questi giorni da numerosi bagnanti”. Secondo fonti della Guardia Costiera lo sversamento ha riguardato circa due tonnellate di materiale inquinante.
“L’ennesimo episodio di sversamento a mare di petrolio proveniente dalla raffineria di Gela, all’indomani di una giunta di governo che proprio a Gela, ha stabilito di potenziare nelle aree industriali siciliane le strutture di prevenzione sanitaria e cura sulle malattie tipiche dell’industrializzazione, obbliga il governo della Regione ad elevare il livello di soglia dei controlli da effettuare in quei siti”. Lo ha detto in una nota il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta.
“Ritengo – continua il governatore – che in questi siti bisogna organizzare in loco task force specifiche composte da Arpa, Genio civile, Asp e uffici ambientali delle province, per esercitare un’azione continua e costante di controllo. Da tempo, per Gela, sono state concesse le autorizzazioni ambientali, regionali e nazionali, necessarie per rafforzare la sicurezza degli impianti. L’Eni ha sempre assicurato che tali investimenti sarebbero stati realizzati al più presto possibile, ma non si riesce ad avere un cronoprogramma preciso. I gruppi industriali petroliferi dovrebbero cominciare a dirci con chiarezza cosa intendono fare rispetto a impianti che hanno bisogno di tanti investimenti e manutenzioni straordinarie, per renderli compatibili con il rispetto dell’ambiente e la sicurezza e la salute dei cittadini”.
“Convocherò – ha concluso Crocetta – immediatamente l’Eni, l’Asp, l’Arpa, l’assessorato alla Salute e al Territorio e Ambiente per giovedì prossimo, per approfondire le ragioni di questo ennesimo incidente ambientale, su quali investimenti immediati intende promuovere la raffineria per risolvere la situazione in maniera definitiva”.
Lo scorso 25 maggio una macchia nera di grosse dimensioni aveva inquinato il mare vicino al porto di Gela, probabilmente a causa di una petroliera in transito che aveva lavato le proprie stive scaricando i residui in mare.