PALERMO, 4 GIUGNO 2013 – Ammonta a circa 27 milioni di euro il valore del patrimonio confiscato dalla Dia ai fratelli Giovanni e Salvatore Lo Cicero, esponenti del mandamento mafioso di Resuttana a Palermo.
La decisione definitiva è stata presa dalla Cassazione. Fra i beni confiscati c’è anche un aereo da turismo, un “Rondone” F4 biposto rosso fuoco, che i Lo Cicero avevano acquistato anni fa in quanto notoriamente appassionati di volo. Tra gli altri beni spiccano numerosi terreni, ville, automobili e appartamenti: 59 immobili, 12 terreni, 5 ville a Vergine Maria, 13 magazzini, 2 fabbricati, tre autocatti e 3 autovetture.
Giovanni Lo Cicero, uomo d’onore della famiglia mafiosa dell’ “Arenella-Acquasanta-Vergine Maria”, è morto a novembre del 2011. Il fratello Salvatore è ai domiciliari per associazione mafiosa. I due avevano scalato i gradini della “carriera mafiosa” all’ombra del mandamento di Resuttana, gestito dai boss Madonia: all’inizio chiedevano il pizzo nei quartiere dell’Arenella e dell’Acquasanta, poi si sono occupati di riciclaggio di denaro sporco per imprese di costruzioni.
La svolta è arrivata quando i Lo Cicero hanno iniziato un vero e proprio racket nei cimiteri, grazie alla concessione, da parte del Comune, di enormi lotti su cui realizzare 3.500 loculi. Un giro d’affari milionario, realizzato anche con il pagamento di alcune mazzette a un assessore comunale. Al cimitero dei Rotoli, infatti, una tomba veniva pagata il quadruplo rispetto al normale.