PALERMO, 2 GIUGNO 2013 – La vertenza dei laboratori d’analisi siciliani, che hanno deciso una serrata fino a mercoledì prossimo, diventa uno dei temi più scottanti dell’agenda regionale.
L’assessore regionale alla salute, Lucia Borsellino, cerca una mediazione praticamente impossibile, ha convocato per domani mattina le sigle sindacali che rappresentano la categoria dei laboratori d’analisi e nel frattempo, con un comunicato stampa, spiega le motivazioni che impongono al governo regionale l’adozione dei provvedimenti contestati.
Difficile, però, che il dialogo possa portare risultati concreti in tempi brevi.
Di seguito il comunicato integrale di Lucia Borsellino.
“Sono disponibile a ogni confronto e a portare avanti ogni proposta ragionevole – dice l’Assessore Lucia Borsellino, che venerdì ha riconvocato le sigle per domani – tenendo presente che la Regione segue norme, sentenze e vincoli di bilancio. L’applicazione del tarriffario nazionale è dovuta. Altre regioni che hanno mantenuto tariffe maggiori per alcune prestazioni, potevano farlo solo se a carico del proprio bilancio regionale e non del fondo sanitario.
Gli Uffici hanno valutato, con le categorie interessate, ogni possibile soluzione. Ma la loro percorribilità è sostanzialmente subordinata al reperimento di risorse, in atto non previste nel Bilancio regionale, o, per quanto attiene alla modifica del decreto ministeriale, ad un percorso dall’esito comunque subordinato ad un confronto con il Ministero. Far pagare prestazioni a carico del Servizio sanitario è un grave disservizio verso i cittadini e chi lo fa deve assumersene la responsabilità.
Questo Governo ha già assunto l’impegno di mantenere invariati gli aggregati di spesa per il settore, nonostante minori trasferimenti di risorse complessive da parte dello Stato. Ricordo che le strutture private accreditate sono contrattualizzate con il Servizio Sanitario ed operano per conto dello stesso”.
A Gennaio un Decreto dei Ministri della Salute e dell’ Economia, ha aggiornato le tariffe massime per la remunerazione delle prestazioni di assistenza ospedaliera e per la remunerazione delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale a carico del Servizio Sanitario Nazionale valide dalla data di entrata in vigore del decreto medesimo fino al 31 dicembre 2014.
Lo stesso decreto ministeriale prevede che le regioni possono adottare tariffe inferiori o superiori rispetto a quelle determinate con il predetto D.M., tuttavia, in quest’ultimo caso, “gli importi tariffari superiori alle tariffe massime restano a carico dei bilanci regionali.”
Ma tale possibilità NON è prevista per le Regioni sottoposte ai piani di rientro o alla prosecuzione degli stessi. È stato attivato un tavolo tecnico con le associazioni di categoria che si è riunito nelle date 30 aprile, 6, 10 e 17 maggio 2013 al fine di individuare, nell’ambito degli strumenti normativi disponibili e delle regole che sottendono al governo della spesa sanitaria, tutte le soluzioni utili a rendere più sostenibili da una parte, i recuperi da effettuare in applicazione del D.A. n. 170/2013, e dall’altra gli effetti della minore remunerazione di alcune prestazioni determinatasi a seguito dei provvedimenti nazionali e regionali.
I lavori del tavolo che si intendono proseguire, hanno già delineato alcune ipotesi di soluzione alle problematiche legate sia alla minore remuneratività delle tariffe massime ministeriali di alcune prestazioni, sia alla questione dei recuperi.
Nel primo caso, la percorribilità delle soluzioni proposte deve tuttavia essere oggetto di confronto e valutazione in sede nazionale, dove potrebbero assumere maggiore valenza, qualora condivise anche da altre Regioni”.