“È inutile che si forzi la mano sulle primarie – dice Lupo – perchè i tempi dei congressi e delle primarie li detta la direzione nazionale”. E sulla sua possibile ricandidatura alla guida del Partito democatico in Sicilia dice: “Mi candiderò soltanto se ci sarà un progetto politico condiviso da seguire insieme, senza la divisione in correnti interne”. Secondo il segretario regionale del Pd, infatti, il partito può essere ricostruito “soltanto se si accantoneranno le correnti interne”.
Inoltre, su Facebook, Giuseppe Lupo scrive che “aprire conflitti adesso è da irresponsabili”, soprattutto in vista delle prossime elezioni amministrative siciliane in cui si dovrà sostenere tutti uniti il Pd.
A prescindere dal suo dire, attualmente Lupo rappresenta proprio una delle tante correnti presenti all’interno del Partito democratico siciliano, ovvero quella più moderata e ancora “in pace” con il governatore, Rosario Crocetta, e la sua giunta. Ce n’è poi un’altra rappresentata da “#RifayPd”, il movimento (anche se movimento è un termine improprio) che fa riferimento al deputato regionale Antonello Cracolici, da sempre contrario alla gestione del partito da parte di Lupo, mentre si sta rafforzando quella facente capo al sindaco di Firenze, Matteo Renzi, da sempre rappresentata in Sicilia dal deputato nazionale Davide Faraone, a cui di recente pare si sia aggiunto Fabrizio Ferrandelli, parlamentare regionale.