#quandoucciserofalcone e #21annifa. I ricordi della gente su Twitter. E l’albero Falcone vive. IL VIDEO

di Redazione

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#quandoucciserofalcone e #21annifa. I ricordi della gente su Twitter. E l’albero Falcone vive. IL VIDEO

| giovedì 23 Maggio 2013 - 11:01

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PALERMO, 23 MAGGIO 2013 – Ventuno anni sono passati dal giorno in cui un’esplosione ha cambiato per sempre la storia della Sicilia e nessuno ha dimenticato il momento esatto in cui ha appreso della notizia della strage di Capaci. Racconti di un attimo che con un hashtag oggi hanno trasformato Twitter in una pagina di memoria collettiva.

 

#quandoucciserofalcone e #21annifa sono le chiavi per raccontare e condividere l’emozione di allora, il ricordo, la commozione. “Quando uccisero Falcone – cinguetta il giornalista Vincenzo Marannano – non c’erano smartphone o siti online. Al Tg dissero che era morto un giudice con la scorta, senza particolari morbosi”. Sembra un’epoca fa. E un altro giornalista, Giancarlo Macaluso, quel Tg lo stava guardando e ricorda “le immagini che scorrevano in una piccola tv di universitari. E massi e sangue e dolore e sgomento e paura e follia”.

 

Storie di chi c’era, di chi aveva l’età per ricordare. Ma non mancano i tweet di chi la storia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino l’ha appresa tra i banchi di scuola. “Quando uccisero Falcone – scrive Francesco Sanfratello – avevo poco più di un anno. Impossibile ricordare. Oggi non dimentico. Le loro idee camminano sulle nostre gambe”.

 

Giovani come quelli che hanno raggiunto Palermo da ogni parte d’Italia per darsi appuntamento in via Notarbartolo, sotto l’albero Falcone. Molti sono i cartelloni e gli striscioni che da questa mattina coprono i balconi dei palazzi e il tronco dell’albero e un gruppo di bambini intona già qualche motivetto per la legalità.

 

I curiosi si fermano e qualcuno di loro scatta anche qualche fotografia per ricordo, “per non dimenticare”. Ogni anno, da 21 anni ormai, tutti si riuniscono per le vie di Palermo inneggiando contro la mafia, quella mafia “che teme più la scuola che la giustizia”, come si legge in uno striscione.

 

Gente che osserva e frena la sua fretta con i pensieri ancora vivi di una vita che è cambiata con un’esplosione e che nonostante tutto ha continuato a procedere nel silenzio della paura, quel silenzio che però in queste giornate, quando Palermo sembra un’unica squadra sotto la bandiera della legalità, finisce nel dimenticatoio e tutto sembra poter essere sconfitto. Anche oggi, però, qualche tweet esprime un po’ di sconforto: “Io penso – scrive Antonella Giovinco – che oggi è come allora e che quando uccisero Falcone purtroppo non cambiò nulla”.

 

http://www.youtube.com/watch?v=WLCUul_xUx4

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