GELA, 21 MAGGIO 2013 – Emanuele Gensabella ha 75 anni, vive con una modesta pensione sociale in una casa in via Lo Vivo a Gela. Il signor Emanuele è uno di quei tanti anziani che le statistiche, con il loro stile gelido, definiscono indigenti.
Arrivano a stento a fine mese, risparmiano sul cibo e le bollette per far quadrare i conti. E al 21 del mese i loro soldi sono già finiti, come cantava Battisti.
Il signor Emanuele era riuscito a risparmiare 20 euro, gli ultimi per campare fino alla prossima pensione. Questa notte però, mentre dormiva nel monolocale in cui vive, una stanza al piano terra in questo vicoletto del centro storico, in due hanno sfondato con un calcio la porta e hanno fatto irruzione.
L’anziano ha capito subito le intenzioni dei due delinquenti, li ha implorati di non picchiarlo e ha consegnato loro quell’ultima banconota. Gli ultimi venti euro.
Di fronte a tanta inutile cattiveria, resta da chiedersi quando questo Paese riuscirà veramente ad indignarsi, a proteggere i più deboli e a recuperare i valori del rispetto e dell’onestà. Intanto il signor Emanuele per mangiare sino a fine mese è costretto a sperare nella carità dei suoi concittadini.
(foto d’archivio)