PALERMO, 22 MAGGIO 2013 – Un maxi sequestro di beni per 25 milioni di euro è stato eseguito dalla Direzione Investigativa Antimafia nei confronti dell’imprenditore palermitano Salvatore Vetrano, 42 anni.
Secondo gli investigatori, Vetrano sarebbe il “collettore” dei guadagni illeciti delle organizzazioni mafiose, in particolare della famiglia di corso Calatifimi. Vicino ai Graviano e al figlio di Totò Riina, Giuseppe Salvatore, Vetrano è anche proprietario del ristorante “L’Orca” di Isola delle Femmine e dell’azienda di prodotti surgelati “Veragel” di Carini.
Entrambe le attività sono state sequestrate dagli uomini della Dia di Palermo insieme ad altre sei aziende, due veicoli di grossa cilindrata, due imbarcazioni da diporto di oltre 20 metri, 20 immobili, fra appartamenti, magazzini e terreni ubicati a Palermo, Carini, Trabia, Marsala e Sciacca, rapporti bancari ed assicurativi.
Il sequestro è stato richiesto dal direttore della Dia, Arturo De Felice e disposto dal Tribunale di Palermo, sezione misure di prevenzione, presidente Silvana Saguto.
Già nel luglio del 1999, Salvatore Vetrano e suo padre Giacomo, erano stati raggiunti da ordinanza di custodia cautelare perché, in accordo con la “famiglia” mafiosa palermitana di Corso Calatafimi, avevano nascosto in una cella frigorifera della “Veragel srl”, il carico di pesce proveniente da una rapina ad un autotrasportatore, commessa da soggetti vicini alla “famiglia” mafiosa.
Nel febbraio 2002, Vetrano veniva arrestato perché ritenuto responsabile di avere rapinato un carico di pesce congelato, in concorso con altri soggetti organici a cosa nostra. Sempre Vetrano e il padre Giacomo sono considerati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo vicini al clan di Brancaccio, tanto che nella stessa ordinanza che coinvolge i due, compare il nome di Benedetto Graviano, 55 anni, negli anni ’90 capo del clan di Brancaccio e fratello di Filippo e Giuseppe, condannati anche per l’omicidio di padre Puglisi. Con lui quello di Cesare Lupo, 52 anni, considerato il componente del triumvirato che gestiva il clan dei fratelli Graviano.
La Direzione Investigativa Antimafia di Palermo ha accertato che Vetrano ha acquisito un consistente patrimonio immobiliare ed ha costituito numerose aziende, operanti nel settore del commercio di prodotti alimentari, anche beneficiando di finanziamenti comunitari erogati dal Fondo Europeo per la pesca in Sicilia, e nascondendo al fisco ingenti somme di denaro ricavate da queste attività commerciali. Nel giugno 2012 Salvatore Vetrano è stato arrestato per il tentato omicidio dell’imprenditore Giuseppe Toia avvenuto il 18 maggio dello scorso anno a Isola delle Femmine.
La Dia ha anche appurato la vicinanza di Vetrano a personaggi del calibro di Giuseppe Salvatore Riina e del suo amico di infanzia Gianfranco Puccio coinvolto in varie inchieste fra cui l’operazione “New Generation” sui giovani corleonesi emergenti. Secondo il Tribunale di Palermo e la Dia le imprese di Vetrano erano al centro di un virtuale crocevia fra attività illegale e legale: “una scalata imprenditoriale – affermano gli investigatori – che si inserisce nella commistione di interessi tra attività di impresa ed attività mafiosa traendo, in un settore strategico del circuito dell’economia legale, sostegno, consenso ed ampia visibilità”.