PALERMO, 17 MAGGIO 2013 – La foca monaca, una delle cento specie di mammiferi più vicine all’estinzione, è tornata in Italia, nell’area marina protetta delle “Isole Egadi”.
A comunicarlo è stato il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, in una conferenza stampa congiunta con rappresentanti dell’Ispra-Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e dell’Amp-Aree marine protette. “Questa giornata – ha commentato il ministro, Andrea Orlando – è dedicata alla ricerca, alle aree marine protette e all’importanza della tutela della biodiversità marina. Si tratta di uno straordinario risultato per le Egadi, la riserva marina più grande d’Europa e per tutto il sistema delle aree marine protette italiane, un sistema che ci vede leader a livello continentale”.
Parlare di foca monaca (Monachus monachus) è ormai quasi come parlare di un animale leggendario, una specie di moderno unicorno. Secondo lo IUCN (International Union for Conservation of Nature), nel Mediterraneo ne sopravvivono appena poche centinaia di esemplari. In Italia, negli ultimi 40 anni, gli avvistamenti sono stati sporadici e relativi ad esemplari erranti, colti occasionalmente a transitare nelle nostre acque.
Il Presidente dell’Amp e Sindaco di Favignana, Lucio Antinoro, e la ricercatrice Giulia Mo hanno illustrato gli esiti del monitoraggio condotto negli ultimi 3 anni dai ricercatori dell’Ispra e dal personale dell’Amp circa la presenza di esemplari di foca monaca nelle acque dell’area marina protetta. L’arcipelago è stato perlustrato palmo a palmo e nelle grotte più indicate per il rifugio della foca sono state posizionate alcune foto-trappole che hanno documentano, su basi scientifiche certe, la frequentazione e la permanenza della specie in Italia anche nei mesi invernali. Un dato scientifico eccezionale.
“È un ritorno, o una conferma, straordinaria, che ci riempie di orgoglio e ripaga della scelta di tutela operata dalla comunità egadina da oltre 20 anni – ha commentato il presidente dell’Amp, Antinoro. – La foca, o “mammarino”, come la chiamiamo dalle nostre parti, è sempre stata parte della nostra identità. Oggi è tornata, perché è cambiato l’atteggiamento dell’uomo nei suoi confronti: la presenza della foca testimonia la nuova maturità raggiunta dalle comunità isolane, che non la percepiscono più come un competitore o una minaccia. Cercheremo di trasformare questo straordinario risultato in un ulteriore elemento di valorizzazione del nostro arcipelago” .