PALERMO, 15 MAGGIO 2013 – Giornali e agenzie hanno già annunciato l’evento con la dovuta enfasi: Antonio Ingroia oggi prenderà servizio presso la Procura della Repubblica di Aosta: ci sarà in mattinata la ‘immissione in possesso’ davanti al tribunale di Aosta in composizione collegiale.
Ingroia di nuovo magistrato, dunque? No, quello di oggi è solo un fotogramma di una storia lunga e complessa che probabilmente avrà ben altro epilogo.
Le sirene di un incarico di nomina politica non lo lasciano indifferente e sembra essere quello il suo futuro. Si profila per lui l’incarico di numero uno a “Riscossione Sicilia spa” se non addirittura quello di assessore regionale. E nel frattempo dopo Rivoluzione civile – il Movimento con cui ha tentato l’ingresso in Parlamento – ha dato vita ad un nuovo movimento, Azione Civile. Più politica di così ….
Ecco perché sono pochi quelli pronti a scommettere su un ritorno di Ingroia alla toga, tranne che nell’ipotesi – peraltro remota – di un incarico alla Procura nazionale antimafia. In fondo lui è diventato l’uomo simbolo della fine di un’epoca. I vertici del Csm non vedono più di buon occhio il “prestito” di magistrati alla politica che ha contraddistinto l’ultimo ventennio della politica. Da un po’ di tempo l’orientamento è quello di “chiudere il rubinetto” delle autorizzazioni.
Davanti a taccuini e microfoni, che ormai lo circondano in ogni suo passo ufficiale, Ingroia confermerà che non è ancora finita la sua personale battaglia contro il trasferimento deciso dal Csm, a suo avviso illegittimo, e sul quale si pronuncerà il Tar il 23 maggio.
C’è quindi ancora una settimana di tempo e l’intima speranza di vincere il ricorso ma si profila più probabilmente un bivio non facile per uno che ha trascorso più di vent’anni in magistratura, spesso in prima fila nella lotta alla criminalità organizzata: dimettersi? Può darsi. Probabile. Quasi certo, dicono ormai le persone a lui più vicine. Di certo ad Aosta il magistrato proprio non vuole andare. Oggi è lì solo perché non è andato a buon fine l’ennesimo tentativo di ottenere un rinvio del trasferimento.
Ma durerà poco, il tempo delle interviste e dei saluti con i colleghi e le autorità. Poi, una breve riunione con il Procuratore capo con il quale concorderà i passi successivi della sua avventura valdostana: vale a dire il recupero delle ferie arretrate.