CALTANISSETTA, 14 MAGGIO 2013 – Una testimonianza sofferta, quasi uno sfogo, la deposizione del colonello dei Carabinieri Giovanni Arcangioli chiamato al banco dei testimoni del Borsellino quater in corso alla Corte d’Assise di Caltanissetta e interrogato dal procuratore Sergio Lari.
L’ufficiale dei Carabinieri all’epoca della strage di via D’Amelio era in forze al nucleo operativo di Palermo. Ripreso in vari filmati e fotografie del luogo dell’attentato con la borsa di Paolo Borsellino è stato indagato per furto aggravato della borsa e della famosa agenda rossa del magistrato, le indagini si chiusero con un non luogo a procedere. Poi l’accusa di false dichiarazioni al pm con la successiva archiviazione, il 26 aprile scorso, da parte del giudice per le indagini preliminari di Caltanissetta.
Arcangioli ha parlato di otto anni da incubo vissuti da lui e dai suoi familiari, di una famiglia, e un lavoro “distrutti” dalle accuse, da quei fotogrammi che hanno fatto il giro del mondo e sono stati acquisiti dall’ autorità giudiziaria. Poi ricorda quel 19 luglio del 1992, le auto carbonizzate, i corpi del giudice e degli agenti di Polizia. Della borsa e di come sia finita nelle sue mani, il colonnello non si ricorda.
Una foto scattata dal fotoreporter Fabio Lanninno e le immagini di alcune televisioni ritraggono Arcangioli che si allontana dal luogo dell’attentato con quella borsa poi ritrovata vuota dentro la blindata del giudice. La domanda rimane la stessa: c’era dentro l’agenda rossa e chi rimise la borsa in auto dopo averla aperta?
Arcangioli che rivela chiaramente il suo timore di essere nuovamente indagato dice di avere ricordi confusi ma che probabilmente aprì la borsa con il giudice Giuseppe Ayala. Dentro – secondo il testimone – solo un grest dei Carabinieri. E poi un altro ricordo. Arcangioli dichiara di aver supposto toccasse ai Ros dei Carabinieri seguire l’inchiesta sull’attentato, poi seppe che era stata assegnata alla Polizia.
Durante l’interrogatorio Lari mostra a Arcangioli alcuni fotogrammi inediti dei momenti succesivi alla strage, scoperte dalla Procura di Caltanissetta durante le indagi relative al processo in corso. Si vede il colonnello accanto alla blindata di Borsellino che parla con due uomini in borghese, poi lontano dalla vettura a coluquio con sottufficiali dell’Arma.
Arcangioli fra molti dubbi ha riconosciuto i colleghi in divisa ma non l’uomo in borghese. Nel video si vede Arcangioli consegnare la borsa a uno dei sottufficiali.
Al processo sono imputati i boss Salvo Madonia e Vittorio Tutino e i falsi pentiti Enzo Scarantino, Francesco Andriotta e Calogero Pulci.