PALERMO, 13 MAGGIO 2013 – Immaginate per un attimo un marziano con la navicella spaziale ancorata in un ideale cosmodromo situato tra Palermo e Trapani. Sente parlare della stessa cosa, di serie B (che sarà mai?) ma vede gente piangere e gente ridere; bandiere che sventolano e bandiere che si ammainano. Felicità e sconforto. Si gratterà la testa, perplesso, ed esclamerà un comprensibile “boh”.
Nell’arco di poco più di due ore, nell’arco di poco meno di cento chilometri, la Sicilia ha vissuto una pagina di storia calcistica davvero singolare: Palermo e Trapani si ritrovano per la prima volta insieme in serie B ma con stati d’animo molto (ma molto) diversi.
La copertina è per il Trapani, la prima volta non si scorda mai. Lo scorso anno i granata avevano buttato alle ortiche una promozione che era ormai in tasca, si squagliarono a maggio come un ghiacciolo. Sembrava la fine di un sogno ed invece quel sogno si è avverato ieri, ancora più bello se fosse possibile. Più forti del Lecce e più forti della delusione, i vertici del Trapani hanno saputo migliorare gli ingranaggi di una macchina quasi perfetta e con l’umiltà e la programmazione – che spesso si sostituiscono brillantemente ai quattrini – è riuscita a compiere un piccolo grande miracolo sportivo.
Qualcosa del genere era riuscita a Licata e Acireale nel recente passato ma quella del Trapani potrebbe essere una storia ancora tutta da scrivere. Questa serie B non è il frutto del caso, in appena quattro anni il Trapani ha centrato tre promozioni, fallendo (fallendo?) solo l’anno scorso. Per capire meglio: nel 2010 giocava in serie D. Complimenti di cuore a tutti, dal presidente Morace al tecnico Boscaglia, dai giocatori ai medici e ai magazzinieri. E ovviamente ai tifosi che hanno palato fine ed entusiasmo.
A Palermo invece la serie B ha un altro suono. E’ sinonimo di fallimento, tradimento, delusione, mediocrità, errori. Zamparini, nella sua lettera ai tifosi, ha fatto autocritica, ha dato la colpa al destino cinico e baro ma ha dimenticato di dire che la retrocessione in serie B ha origini lontane e un padre certo: lui. Com’era giusto attribuirgli tutti i meriti del decennio più felice del calcio rosanero, il presidente friulano deve adesso comprendere e accettare che la colpa di questa serie B è quasi tutta sua, figlia non tanto di investimenti ridotti ma di presunzione e masochismo.
Lo avevamo scritto qualche domenica fa, la serie B ha preso forma la sera stessa in cui sfumò il sogno della coppa Italia: 29 maggio 2011, stadio Olimpico, sconfitta contro l’Inter, l’addio di Delio Rossi.
Tante altre volte il presidente aveva intimamente sofferto di gelosie: da Zauli e Corini a Guidolin e Rossi, non doveva esserci nessuno che potesse diventare l’icona del tifo rosanero, relegandolo a personaggio di secondo piano.
Non parliamo di Toni o Amauri, Pastore o Sirigu, la loro cessione in cambio di tanto denaro aveva un suo perché. Ma l’addio (gli addii) a Guidolin e a Rossi hanno avuto ben altra natura. Un erroraccio segnato con la matita blu, segnalato – quasi urlato – in tempi non sospetti e non certo adesso che la serie B è una malinconica realtà.
Che senso ha avuto rifondare la squadra (per l’ennesima volta) rinunciando al “maestro” che aveva dimostrato competenza, serenità, autorevolezza e a cui il popolo rosanero avrebbe perdonato qualsiasi cosa?
E difatti solo per due punti la serie B non si è materializzata lo scorso anno, al termine di una stagione anonima. Un “disegno criminale” completato quest’anno con le cessioni dei pezzi migliori e un doppio mercato, estivo e invernale, che neanche al mercato delle pulci …
Ora sarà difficilissimo. Si è esaurito il pochissimo credito che Zamparini ancora vantava, la gente è disincantata, sfiduciata per la mancanza di una progettualità qualunque essa sia. Che il dio del calcio assista il presidente.
Certo è che l’anno prossimo ci sarà Trapani – Palermo. Il tifo rosanero tornerà sugli spalti del Provinciale di Trapani come fece a cavallo degli anni ’90 per l’indisponibilità della Favorita. Era serie C ma la gente di Trapani accolse squadra e tifosi rosa come re. Tra qualche mese si ritroveranno felicemente insieme allo stadio (i rapporti sono buoni) ma sarà un’altra storia.