PALERMO – Espulso dall’Eritrea perchè omosessuale. È quanto accaduto ad un insegnante di Lettere palermitano, Paolo Mannina, che lavorava nella scuola italiana ad Asmara ed è stato costretto a lasciare il Paese africano, dove l’omosessualità è punibile con una pena dai 3 ai 10 anni di prigione.
Un decreto di espulsione, 48 ore di tempo per lasciare l’Eritrea e una proroga di una settimana. Poi, lo hanno avvertito i vertici diplomatici, avrebbe dovuto prepararsi al peggio. Per giorni Mannina si è nascosto, ha evitato i luoghi pubblici e ha sempre cercato di non essere solo.
L’insegnante si era trasferito in Eritrea a marzo. Il provvedimento del governo africano è scattato quando le autorità hanno saputo del matrimonio contratto da Mannina nel 2008 in Spagna con un ragazzo cileno. Secondo il governo eritreo, Mannina sarebbe un “individuo pericoloso e potenzialmente destabilizzatore dell’ordine morale e pubblico del Paese”.
Il Comitato Palermo Pride punta l’indice contro il Governo italiano che, secondo il movimento, non avrebbe tutelato Mannina. “La violenza morale e psicologica messa in atto dalle autorità eritree – dice Titti De Simone, presidente del Comitato – non sono state censurate dal governo italiano che, al contrario, ha imposto a Mannina di firmare un verbale di cessazione dal servizio”.
Mannina ora è tornato in Italia, dopo giorni di paura e angoscia. E adesso non ha nemmeno più un lavoro.