Ritrovati in un casolare di Casteldaccia i corpi carbonizzati dei boss canadesi sfuggiti all’operazione Argo. VIDEO Arrestati gli autori dell’agguato. FOTO

di Redazione

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Ritrovati in un casolare di Casteldaccia i corpi carbonizzati dei boss canadesi sfuggiti all’operazione Argo. VIDEO Arrestati gli autori dell’agguato. FOTO

| giovedì 09 Maggio 2013 - 16:02

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PALERMO, 9 MAGGIO 2013 – Il Carabinieri dei Ros di Palermo hanno ritrovato i cadaveri di due boss canadesi in un casolare di contrada Fiorilli a Casteldaccia, in provincia di Palermo. Si tratta di Juan Ramon Fernandez Paz e Fernando Pimentel, emissari del clan mafioso canadese dei Rizzuto, giunti in Sicilia per trattare un patto col mandamento di Bagheria.

 

Dei due noti boss canadesi, i cui cadaveri sono stati ritrovati ieri pomeriggio (ma la notizia si è appresa soltanto oggi), non si avevano più notizie dallo scorso 9 aprile. Già individuati due dei presunti esecutori del duplice omicidio.

 

Si tratta di due fratelli pregiudicati, contigui al mandamento mafioso di Bagheria smantellato ieri con l’operazione Argo. In manette Pietro Scaduto, 49 anni e Salvatore Scaduto, 51 anni. Il reato contestato è di omicidio premeditato e aggravato. Secondo le indagini si è trattato di una vera e propria imboscata, un’esecuzione spietata che non ha lasciato scampo alle vittime. 

 

 

I due canadesi sono stati attirati con un tranello in una zona riservata e di difficile passaggio, e lì venivano crivellati da almeno una trentina di colpi di pistola sparati dai due fratelli Scaduto (nella foto sotto, da sinistra Pietro e Salvatore Scaduto) e altri complici non ancora identificati. 

 

scaduto pietro e salvatore

 

I loro nomi erano emersi ieri, nel corso dell’operazione Argo nella quale ventuno persone sono state arrestate. I due erano sfuggiti al blitz di ieri: secondo gli inquirenti, Fernandez Paz sarebbe stato un noto esponente di Cosa Nostra canadese, legato alla famiglia Rizzuto.

  

Le indagini hanno permesso di appurare che in Canada sarebbe in atto una vera e propria guerra di mafia, fra il boss Vito Rizzuto (alla cui famiglia farebbero riferimento i due uccisi) e un suo luogotenente, Raynal Desjardin. 

 

Proprio gli arresti dell’operazione di ieri hanno messo in allarme i due fratelli Scaduto che erano già sotto stretta osservazione da parte dei Carabinieri perchè considerati i responsabili della sparizione dei due stranieri. Seguendoli i militari hanno scoperto il luogo dove i due cadaveri erano stati sepolti, fornendo agli investigatori elementi decisivi sulla loro partecipazione all’agguato.

 

I due boss canadesi erano entrati nelle cure del ROS che aveva ricevuto una segnalazione dalle autorità canadesi circa la presenza in Sicilia di Juan Ramon Fernandez, personaggio di elevato spessore criminale, indicato quale principale esponente della famiglia Rizzuto nella città di Toronto, stabilitosi a Bagheria nel giugno 2012 dopo la sua espulsione dal Canada al termine dell’espiazione di una condanna a 10 anni di reclusione per estorsione, traffico di stupefacenti e possesso di armi.

L’altra vittima, Fernando Pimentel, era un affiliato alla criminalità organizzata di Toronto, giunto in Sicilia alla fine del mese di marzo per incontrare e aggiornare Fernandez sulle attività illecite condotte in territorio canadese.

Le indagini, condotte con la stretta collaborazione della Royal Canadian Mounted Police (RCMP), hanno documentato l’esistenza di un collegamento operativo tra Cosa nostra canadese e la sua cellula bagherese costituita da una serie di affiliati già dimoranti in Canada, dove erano inseriti all’interno della famiglia Rizzuto.

Seguendo i sospettati, gli inquirenti hanno aviuto la chiara percezione di una grossa instabilità interna alle organizzazioni canadesi, degenerata negli ultimi anni in numerosi omicidi e fatti di sangue. Fatti documentati da una serie di intercettazioni tra Fernandez con i suoi complici canadesi, tra i quali lo stesso Pimentel, che periodicamente si recavano in Sicilia per aggiornare il Boss della evoluzione della guerra in corso in Canada.

Proprio nei contrasti interni alla criminalità organizzata canadese viene ricondotta la causa del duplice omicidio, maturata, pertanto, dall’atteggiamento ritenuto ambiguo di Fernandez il quale aveva preferito non schierarsi tra le due fazioni in lotta costituite dalla vecchia guardia della famiglia con al vertice il noto boss Vito Rizzuto, e da uno schieramento “ribelle” guidato da Raynald Desjardin, del quale il Fernandez era ritenuto molto vicino.

Nel corso di una intercettazione ambientale, infatti, Fernandez affermava di essere stato formalmente affiliato alla famiglia di Cosa nostra canadese insieme al Desjardin nel corso di una cerimonia officiata dallo stesso Vito Rizzuto il quale, in considerazione delle capacità criminali dei due, aveva contravvenuto alla regola che prevede l’affiliazione soltanto a esponenti di origine Italiana, mentre il Fernandez era di origine spagnola e il Desjardin è della regione francofona del Quebec. Aveva, pertanto, stabilito di assumere una posizione attendista che, evidentemente, veniva giudicata pericolosa in virtù delle sue riconosciute capacità criminali e operative, anche perché dalla Sicilia continuava a dirigere la “decina” della famiglia operante a Toronto.

Le indagini hanno appurato come l’ordine per l’eliminazione del Fernandez e del suo fidato Pimentel sia partito dal Canada attraverso canali in corso di accertamento fino a giungere ai due fratelli Scaduto, i quali hanno avuto dei trascorsi tra le file di cosa nostra canadese e proprio in virtù di ciò avevano accolto il Fernandez a Bagheria al momento della sua espulsione dal Canada.

 

(nella foto in alto, un frame del video dell’operazione Argo)

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