PALERMO, 8 MAGGIO 2013 – Sarebbe un ragazzo di 17 anni l’assassino di Massimo Pandolfo, l’uomo di 47 anni ritrovato senza vita vicino al Teatro del Sole all’Acqua dei corsari di Palermo. Ma, secondo gli inquirenti, non sarebbe stato da solo.
Il minorenne è stato fermato dalla polizia dopo essere stato rintracciato grazie all’analisi dei tabulati telefonici della vittima. Sua, infatti, sarebbe l’ultima chiamata ricevuta da Pandolfo, il giorno della scomparsa.
I nuovi sviluppi sulle indagini sono stati illustrati durante una conferenza stampa condotta dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni, la dottoressa Amalia Settineri, e il colonnello del comando provinciale dei Carabinieri di Palermo Enrico Scaldone.
Il giovane 17enne ha ammesso l’omicidio e si trova in stato di fermo, non ancora convalidato dal giudice per le indagini preliminari. L’interrogatorio deve essere ancora effettuato. Ma rimangono ancora molti punti da chiarire. Secondo gli inquirenti il ragazzo non avrebbe fatto tutto da solo. La corporatura robusta della vittima, innanzitutto, farebbe pensare ad uno o più complici: Pandolfo era anche un ex pugile dilettante, capace di difendersi. Le indagini puntano anche a stabilire come sono arrivati in questa zona isolata: Pandolfo e il giovane sarebbero arrivati in auto, ma il mezzo non è stato trovato nella zona. Chi guidava quindi quell’auto?
Le ipotesi degli inquirenti, coordinati dal Pm Geri Ferrara, si stanno concentrando sul delitto passionale in ambiente gay. Proprio nei dintorni del Teatro del Sole, infatti, ci sono molti luoghi in cui si appartano le coppie omosessuali o in cui si può trovare sesso a pagamento.
Secondo le prime indiscrezioni, Pandolfo potrebbe essersi appartato con il giovane e poi, al culmine di una lite, essere stato picchiato con una pietra e accoltellato e abbandonato senza vita.