TRAPANI, 7 MAGGIO 2013 – Una banda spregiudicata, che non si fermava davanti a niente. Tranne davanti al boss latitante Matteo Messina Denaro la cui presenza era stata segnalata a marzo a Partanna.
Sono alcuni dei particolari che emergono dall’indagine che oggi a Castelvetrano ha portato in manette una banda di rapinatori, accusati di avere commesso tre rapine a mano armata e sequestrato due anziane signore a scopo di rapina.
I carabinieri hanno arrestato Giuseppe Bianco, 66 anni, di Santa Ninfa, e Salvatore Lo Bianco, 63 anni, di Palermo. Ai domiciliari sono finiti Mario Settimo, 42 anni, di Santa Ninfa, e Giuseppe Mangogna, 45 anni, venezuelano, residente a Castelvetrano.
I quattro sono ritenuti responsabili di tre rapine commesse tra il marzo del 2011 e il giugno del 2012. Gli indagati devono rispondere, oltre che di rapina e sequestro di persona, anche di detenzione d’armi di provenienza illecita.
A fare fallire uno dei colpi ai danni della Banca di Credito cooperativo di Partanna però sarebbe stata la segnalazione della presenza del boss a Partanna, voci avvalorate da un massiccio dispiegamento di forze nella zona che avrebbe scoraggiato la banda a entrare in azione e a rimandare la rapina. Il particolare è emerso dalle intercettazioni telefoniche fra alcuni componenti.
Il basista della banda sarebbe stato Giuseppe Bianco che, in un ovile di Santa Ninfa, nascondeva tutto l’occorrente per le rapine: armi ma anche divise da postino e da finanziere e distintivi. Era sempre Bianco a individuare gli obiettivi e stabilire quando agire.
(nella foto, un identikit del latitante Matteo Messina Denaro)