PALERMO, 7 MAGGIO 2013 – Sono 196 dipendenti e dal 6 agosto resteranno senza lavoro. L’ultimo atto di una lunga e controversa vicenda durata quasi un quarto di secolo e che ha segnato il declino dell’industria ferroviaria palermitana.
Oggi i lavoratori della Keller erano di nuovo in piazza Indipendenza a protestare e chiedere un incontro al Governatore Crocetta. La denuncia di Massimiliano Buttitta, della segreteria Fiom di Palermo e Rsu di Keller è chiara:
“Siamo arrivati ad una situazione paradossale. Da mesi cerchiamo di trovare insieme alla Regione una soluzione per evitare i licenziamenti. Ma Crocetta, ricevendoci il 27 febbraio, ci aveva assicurato un altro confronto nel giro di 15 giorni. Invece niente, siamo costretti a continue manifestazioni per fare in modo di aprire il confronto”.
Ma l’esponente dei metalmeccanici della Cgil va anche oltre:
“Crocetta sarà comunista, ma allora sospetto di essere diventato io fascista. Come è possibile esasperare i lavoratori non dando alcuna risposta? Tra l’altro da alcuni mesi sembra che neanche l’intervento del Prefetto, che rappresenta lo Stato, riesca ad evitare questa tattica di esasperare la piazza per poi bussare al Governo di Roma per trovare una soluzione. Mi sembra di rivedere ciò che fece Raffaele Lombardo per fare sbloccare i fondi Fas e ciò che è accaduto con Gesip e con gli ex pip”.
La Keller è chiusa da due anni, i registri sono in Tribunale che il 6 giugno dovrà pronunciarsi sul fallimento oppure su un concordato. Ma in ognuno dei due casi, mentre lo stabilimento gemello di Villacidro a Cagliari grazie ad alcune commesse indiane potrebbe riprendere la produzione, per Palermo si prevede la vendita di tutto per far fronte ai debiti del fallimento.
“L’unica soluzione che Crocetta ha prospettato – continua Buttitta – è di trattare con Ansaldo Breda l’assorbimento delle maestranze all’Imesi di Carini forti del fatto che la Regione dovrà gestire il trasporto locale ferroviario”.
Ancora una volta Imesi e Keller, incrociano le loro strade come quando alla fine degli anni ’90 le voleva unire il “grande imprenditore tedesco” Kurt Mayer, puoi rivelatosi un discusso finanziere altoatesino, arrestato in Germania, che poi sparì lasciando l’azienda a un passo dal fallimento.
Come nel 2001 voleva fare Pietro Mancini, patron della Ciet di Arezzo e proprietario della Keller Sardegna, stabilimento gemello di quello palermitano che Mancini acquistò dal ministero dell’Industria contemporaneamente a Mayer. E, come l’altoatesino, anche lui abbastanza discusso.
E anche stavolta il tentativo di far “sposare” Imesi e Keller firmato Crocetta pare difficile. Ansaldo Breda, del gruppo Finmeccanica, che gestisce Imesi, è già un miracolo che continui a tenere aperto il sito e Finmeccanica chiaramente da tempo ha spostato il suo interesse nel settore aeronavale. La Regione gestirà il trasporto locale ma con quali soldi assicurerà in poco tempo commesse a Imesi che per ottenerle dovrebbe, tra l’altro, investire in un ammodernamento degli impianti?
“Intanto il tempo sta passando e Crocetta continua a non riceverci. Se il gioco è il solito di cercare di farla finire a operai contro polizia possono scordarselo – conclude Buttitta – non si può usare la piazza così e neanche dimenticare quelle vertenze che non possono essere usate per l’immagine. Significa giocare sulla pelle di 200 famiglie”.