PALERMO, 2 MAGGIO 2013 – La Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato società, attività commerciali, appartamenti e terreni del valore complessivo di circa 3,3 milioni di euro, a tre uomini più volte indagati per presunti illeciti e affiliazione mafiosa.
La prima operazione riguarda Francesco Russo, palermitano di 52 anni, presunto affiliato alla famiglia mafiosa palermitana di “Borgo Vecchio”, che nel 2000 e nel 2012 è stato condannato per i reati di associazione mafiosa, rapina ed estorsione, aggravati dal favoreggiamento mafioso.
A fronte di un reddito esiguo, le investigazioni economico–patrimoniali delle Fiamme Gialle hanno permesso di rilevare un cospicuo patrimonio, probabilmente frutto di attività illecite.
Tra i beni sequestrati, un’attività di commercio all’ingrosso di carta e diversi appartamenti nel quartiere Borgo Vecchio di Palermo, autovetture di grossa cilindrata, conti correnti e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di oltre 1,3 milioni di euro. Di seguito il dettaglio dei beni posti a confisca dalla Guardia di Finanza:
Interessati dal sequestro dei beni anche altri due uomini: un presunto esponente di spicco della famiglia mafiosa di Carini e un imprenditore indiziato di presunta affiliazione con la stessa cosca.
Il primo, Vincenzo Pipitone, 57 anni e originario di Torretta (PA), nel 1985 è stato sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per tre anni, perché considerato un presunto affiliato alla famiglia mafiosa di Carini. Nel giugno del 2006 è stato tratto in arresto per il reato di associazione mafiosa per aver diretto la famiglia mafiosa di Carini, costituendo per Cosa Nostra un preciso punto di riferimento per il controllo dei lavori pubblici e l’imposizione del pizzo. Nel 2007 è stato nuovamente arrestato per i reati di estorsione ai danni di imprenditori carinesi e per quello di riciclaggio aggravato.
A lui sono stati sequestrati beni per un valore complessivo stimabile in € 2.068.355,00 tra cui una lussuosa villa del valore di circa un milione di euro in c.da Piraineto o Diaconia, a Carini, 13 vani, fittiziamente intestata ai suoi familiari, Saverio Privitera e Daniela Privitera.
Interessato dal provvedimento di sequestro anche Lorenzo Altadonna, imprenditore carinese, di 51 anni, indagato nel 2007 per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco, attualmente sottoposto alla misura personale di prevenzione della sorveglianza speciale.
Nei suoi confronti sono stati ora sequestrati a Carini un’attività di commercio al dettaglio di abbigliamento, una villa e diversi terreni, del valore complesso di oltre un milione di euro. Nello specifico sono stati sequestrati beni a lui riconducibili: