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Liti, sceneggiate, intese, tradimenti, mediocrità: com’è difficile all’Ars “appattare la settanta”

PALERMO, 1 MAGGIO 2013 – Meno male che è finita. Come tutti potevano facilmente immaginare, l’Ars ha offerto il solito spettacolo di mediocrità con l’appendice finale di una tabella H che come sempre ha costretto i deputati a “mercanteggiare” sulle singole voci fino al definitivo sfinimento. 

 

Questa estenuante maratona per l’approvazione del Bilancio e della Finanziaria, quasi ogni anno con lo stesso copione, non è uno spettacolo che piace alla gente. E difatti, ogni anno di più, si allargano le distanze tra il mondo della politica e quello della realtà.

 

Siamo abituati da troppi anni ad assistere a questo spettacolo poco edificante: l’Aula che sembra un suk, disordine e indifferenza, liti e sceneggiate, approssimazione e calcolo, intese e tradimenti, perfino il consueto calpestio della grammatica italiana. Fortunatamente non ci siamo assuefatti, né noi né la gente.

 

Una serena valutazione politica delle conseguenze di questa sessione di Bilancio potrà essere fatta nelle prossime ore. Ma di politico – per ora – c’è veramente poco. I gruppi parlamentari crescono o si sfaldano con una rapidità impressionante, le maggioranze vacillano e si ricompattano con la stessa velocità.

 

Nessuno può dichiararsi vincitore, a cominciare dal presidente della Regione Rosario Crocetta che dopo mesi di annunci ha dovuto inghiottire parecchi bocconi amari (a cominciare dal fuoco amico), ha ceduto alle richieste dell’Aula (a cominciare dalla tabella H), ha dovuto stralciare parecchi argomenti (a cominciare dalla Formazione) in attesa di tempi migliori. Che non arriveranno.

 

Perché l’unica cosa che unisce i 90 deputati regionali – umanamente è comprensibile – è lo spirito di conservazione che li porterà a restare sui loro scranni per altri quattro anni. Tutto il resto, si vedrà.

 

L’Assemblea regionale, ogni anno di più, paga il conto delle scellerate gestioni precedenti e spesso si trova a dover affrontare solo le situazioni di emergenza che sono nemiche della progettualità.

 

Capiamo anche le difficoltà. Non c’è un euro in cassa, la Regione affoga tra debiti, disoccupazione e sfiducia, il Bilancio viene costruito con i doverosi artifici e nessuno ha il piacere di firmare un documento “lacrime e sangue”. Chi ha un minimo di esperienza sa come sia difficile “appattare la settanta”, come si dice in gergo.

 

Con il Palazzo assediato dai manifestanti, con le pressioni sociali che sono sotto gli occhi di tutti, c’è la sensazione – diremmo la certezza – che vince chi urla di più, chi fa più paura. Qualche categoria, qualche sigla sindacale, qualche organizzazione di precari è tornata a casa soddisfatta per avere ottenuto il risultato che si era prefissato; altri continueranno a lamentarsi e a protestare. Aspettando un futuro che chissà quando arriverà.

 

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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