TERMINI IMERESE, 30 APRILE 2013 – “Non celebro questo 1º maggio. A Termini Imerese è purtroppo diventato il giorno del lavoro che non c’è”. Alla vigilia della Festa del Lavoro, il sindaco di Termini Imerese, Totò Burrafato, lancia la provocazione per riaccendere di nuovo i riflettori sulla crisi della cittadina delle terme.
Termini Imerese, ex sede della Fiat, è in ginocchio dopo la chiusura dello stabilimento e delle fabbriche dell’indotto: centinaia di famiglie sono rimaste senza lavoro, senza stipendio, senza un reddito con cui andare avanti con un drammatico effetto a catena su tutto il tessuto economico del comprensorio.
“Provo rabbia e tristezza – dice Burrafato – , ma la speranza è più forte di tutto. Da anni aspettiamo risposte per il futuro del nostro indotto industriale, la cui crisi ha generato un perverso effetto a spirale sull’intera economia della città”.
Il primo cittadino però guarda al futuro: “Non bisogna abbatters – dice ancora Burrafato i. Da domani si riparte con nuove idee, nuove speranze e nuovi entusiasmi perché il diritto al lavoro sia per i cittadini di Termini Imerese un valore concreto da raggiungere puntando alla crescita economica e sociale, con tutte le strategia e le risorse possibili. Per raggiungere questo obiettivo batterò tutti i percorsi disponibili, dalla conferma del mantenimento di un polo automotive nella nostra città, sino alle sperimentazioni offerte dalle nuove tecnologie. Perché Termini Imerese ha diritto a un futuro e insieme lo costruiremo.