PALERMO, 27 APRILE 2013 – Il misterioso dossier di 12 pagine intitolato “Protocollo fantasma”, recapitato da un anonimo al pm Nino Di Matteo nel settembre scorso comincia a trovare riscontri.
Come scrive oggi Salvo Palazzolo su “La Repubblica” , dopo 31 anni è stata ritrovata la borsa di pelle marrone di Carlo Alberto Dalla Chiesa, il “superprefetto” ucciso a Palermo il 3 settembre del 1982. Era nei sotterranei del Palazzo di giustizia di Palermo ed era, naturalmente, vuota.
Il ritrovamento è di pochi giorni fa e le ricerche partono proprio da quel dossier ritenuto “interessante” dagli inquirenti che sono quasi certi sia stato scritto da un carabiniere che si trovò al centro dei tanti misteri palermitani.
Adesso il tentativo è quello di trovare il contenuto di quella vecchia borsa. L’anonimo nel dossier ha scritto molto chiaramente che molte verità sui misteri di mafia (e anche di Stato) si possono ancora trovare.
“Il fatto che mio padre non si separasse mai da quella cartelletta, una specie di valigetta – dice Nando Dalla Chiesa, figlio di Carlo Alberto – che adesso è risultata vuota, è indicativo del fatto che la matrice dell’omicidio fosse più politica, perchè mio padre stava facendo delle indagini molto pericolose per Cosa nostra. Le carte che teneva nella sua cartella di pelle non sono mai arrivate sul tavolo del giudice Giovanni Falcone. In famiglia abbiamo cominciato ad avere dei dubbi dopo la storia dell’agenda rossa di Paolo Borsellino scomparsa dopo l’attentato di via D’Amelio. Troppe coincidenze”.
E la figlia del generale, Rita Dalla Chiesa lancia un polemico tweet: “Come mai nessuno ci ha avvisati del ritrovamento della borsa di mio padre, VUOTA, nei sotterranei del Palazzo di Giustizia di Palermo?
E poi un appello: “Chi ha mandato la lettera anonima parlando della borsa di mio padre, PER FAVORE, dica tutto quello che sa! Faccia i nomi, anche in forma anonima”.