PALERMO, 27 APRILE 2013 – Ritocchi al testo del maxiemendamento, colloqui, dialoghi, telefonate, aperture, compromessi. Potrebbe essere stato tutto vano il lavoro diplomatico del governatore Rosario Crocetta intorno alla Finanziaria, dopo l’annuncio delle dimissioni di quattro deputati dell’Udc. Al Governo, infatti, potrebbero mancare i numeri.
L’Udc, che insieme al Pd, fa parte della coalizione che sostiene il governatore Crocetta ha perso il capogruppo Lino Leanza e altri tre deputati regionali. E anche nel Partito democratico ci sono alcuni mugugni.
E allora, probabilmente, i giochi si sono riaperti, nuovi incontri a Palazzo dei Normanni, Commissione ancora in stand-by, testi non ancora stampati e fotocopiati per l’Aula.
Il presidente Crocetta che si incontra a Palazzo dei Normanni è nervoso, un po’ irritato, fuma nervosamente.
Il gruppo fondato da Lino Leanza, così come il Movimento 5 Stelle, ha annunciato che valuterà di volta in volta i provvedimenti da votare, orientandosi con il bene della Sicilia.
“Il modo migliore”, ha commentato Crocetta. Ma non può non sapere che il suo lavoro diventa così, “di volta in volta”, più complicato. Anche se, è storia nota, non esiste Parlamento che alla fine non voti la Finanziaria. La conseguenza infatti sarebbe la fine anticipata della legislatura e il ritorno alle urne.