NEW YORK, 24 APRILE 2013 – Due esplosioni alla Casa Bianca e il presidente Barack Obama ferito. Un falso tweet dell’Associated Press, la più grande agenzia di stampa Usa con 1 milione e 900 mila follower su Twitter, ha generato il panico ieri negli Stati Uniti.
Ma il tweet era stato in realtà inserito da hacker che erano riusciti a entrare nell’account dell’agenzia.
Il messaggio è stato anche ripreso da alcune testate. In pochi secondi la borsa di Wall Street affonda, con il Dow Jones che perde 130 punti. Crollano anche il dollaro e i titoli di stato americani mentre sale il prezzo dell’oro.
Immediata la smentita dell’Associated Press, che ha ammesso che il suo account aveva subito un attacco hacker. Anche il portavoce della Casa Bianca Jay Carney ha smentito l’intera vicenda. Solo a questo punto Wall Street ha recuperato ed è tornato in parità.
Quanto avvenuto ha alimentato il dibattito sulle politiche di privacy e sicurezza da parte di Twitter. Secondo la Sec (Securities and Exchange Commission), l’ente federale statunitense preposto alla vigilanza della borsa valori, l’episodio è la prova del perché i social media non si possano sostituire ai comunicati stampa e alle forme più tradizionali di comunicazione. L’ente sta ora indagando se l’attacco sia stato effettuato per manipolare il mercato.
L’attacco hacker all”Associated Press è solo l’ultimo di una lunga lista di intrusioni informatiche che hanno colpito i siti di varie agenzie governative, ma è la prima volta che viene colpita una fonte d’informazione ritenuta da sempre affidabile. Secondo le prime indiscrezioni l’attacco informatico sarebbe stato effettuato da siriani.
In Italia il più recente caso di errata informazione tramite Twitter ha visto il giornalista Massimo Gramellini annunciare la morte dell’ex commissario tecnico della nazionale italiana Marcello Lippi. In questo caso niente attacco hacker ma un semplice errore di comunicazione.