PALERMO, 23 APRILE 2013 – Nuovo capitolo del braccio di ferro tra Regione siciliana e laboratori d’analisi. Da domani al 30 aprile la maggior parte dei centri convenzionati siciliani resteranno chiusi per protesta, creando inevitabili disagi all’utenza. La protesta riguarda anche gli studi di radiologia che in convenzione garantiranno le prestazione oncologiche.
E’ una vicenda complessa, esplosa alcuni mesi fa, in seguito a una decisione del tribunale amministrativo che ha imposto all’assessorato il recupero di alcune somme indebitamente erogate ai laboratori nel corso degli ultimi anni. Si parla di circa 150 milioni.
Da un lato l’assessorato non può esimersi dalla richiesta di restituzione (prevista in tre anni) perchè altrimenti si configurerebbe un danno erariale; dall’altro i titolari dei centri d’analisi esprimono la legittima perplessità per una vicenda che potrebbe provocare la chiusura di molte strutture.
La delicata questione ha origine nel 2007. La Regione introduce un nuovo tariffario, il cosiddetto “tariffario Bindi” uniformandosi al resto d’Italia. Il provvedimento, che prevede rimborsi molto minori, viene impugnato dai laboratori e sospeso dal Tar. In attesa di un lungo iter giudiziario conclusosi alcuni mesi fa, in Sicilia è stato dunque applicato il vecchio tariffario. Dopo la decisione del Cga la Regione non ha avuto altra scelta che programmare il recupero delle somme.
Il riacutizzarsi della protesta è determinato dal fatto che la Finanziaria, che sta per affrontare l’esame dell’Aula, prevede che il recupero delle somme avvenga in tre anni. Per molti è l’anticamera del crac.
L’Aiop Sicilia esprime la propria adesione all’interruzione delle attività.
“Appare evidente – scrive l’Aiop – l’impossibilità di garantire una normale attività. Anche in occasione della recente audizione in Commissione all’Ars i parlamentari siciliani avevano invitato sia i rappresentanti di settore che l’Amministrazione regionale a trovare una rapida soluzione alla quale, ad oggi, non si è pervenuti”.