ROMA, 22 APRILE 2013 – Si insedia per il suo secondo mandato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Alla Camera la seduta dei due rami del parlamento e dei delegati regionali per il giuramento.
Un Napolitano commosso quando recita la breve formula del giuramento, primo Capo dello Stato italiano a ripeterla per la seconda volta. Ma anche quando ricorda di essere entrato per la prima volta in quell’aula a 28 anni.
Un discorso spesso interrotto da applausi e standing ovation e che non risparmia toni molto duri. Rivolti ai partiti che hanno impedito la riforma elettorale ma anche ai “tentativi di creare una contrapposizione fra piazza e Parlamento” e fra web e partiti.
Bacchettate distribuite equamente fra vecchi e nuovi schieramenti e condite con un perentorio invito a superare la “divisione tra fazioni” per essere “depositari della volontà espressa dai cittadini”.
Nessuno ha i numeri per governare da solo, ricorda il presidente. E indica l’unica strada percorribile: l’alleanza fra forze diverse per dare un governo al Paese.