PALERMO, 22 APRILE 2013 – “Siamo traumatizzati, sapevamo che la decisione era nell’aria ma non ce l’aspettavamo così. Ora vogliamo capire cosa succederà”. Massimiliano Giaconia, rappresentante della Alba, racconta le ultime ore, dopo che il Tribunale ha dichiarato fallita l’Amia.
È stata una lunga giornata anche per i sindacati. Una lunga riunione, alla quale hanno partecipato confederali e autonomi, e al termine della quale sono state indette le procedure per lo sciopero: la protesta, se non arrivassero notizie potrebbe scattare già la prossima settimana.
“Abbiamo chiesto al Prefetto la convocazione di un tavolo tecnico: vogliamo adesso che i curatori ci dicano come intendano gestire l’esercizio provvisorio e il sindaco ci spieghi cosa succederà dopo il 15 giugno. Il clima è pesante, si respira la tensione”.
E di un tavolo comune parla anche Mimmo Milazzo, segretario della Cisl palermo-Trapani: “La decisione del Tribunale fallimentare determina un percorso ormai irreversibile, a questo punto il sindaco, il consiglio comunale e le parti sociali devono lavorare insieme per la riorganizzazione e il riordino dei servizi comunali fondamentali per la città, non possiamo di certo attendere il termine dell’esercizio provvisorio previsto il prossimo 15 giugno , ma bisogna attivare subito con urgenza un tavolo che individui la soluzione più idonea ai due fondamentali fini: un servizio di raccolta che sia efficiente per la città di Palermo e la tutela e il mantenimento dei livelli occupazionali”.
“Abbiamo più volte chiesto non solo un piano industriale per Amia – aggiunge Milazzo – , ma un piano di riordino complessivo di tutte le partecipate del Comune. Resta prioritario il mantenimento dei livelli occupazionali per dare certezze ai lavoratori, ma anche la garanzia dei servizi. Va seriamente quindi avviata la raccolta differenziata e una serrata lotta all’evasione fiscale della Tarsu, in modo tale da alleggerire il carico fiscale di chi paga già”.
(foto d’archivio)