CATANIA, 21 APRILE 2013 – Finita la dodicesima eruzione-lampo del 2013, la più breve ma la più intensa, è ora di pagare il conto per i comuni alle pendici dell’Etna.
Comincia oggi, infatti, il bilancio dei danni procurati da cenere e lapilli lavici. L’Etna presenta un conto salato ai Comuni alle sue pendici dopo la violenta attività di ieri: il versante est del vulcano è stato sovrastato da una grandissima nube nera, causata dalla fase stromboliana del nuovo cratere di Sud-Est, che ha provocato una pioggia di sabbia nera e materiale piroclastico su numerosi paesi, mettendo a rischio anche la circolazione stradale.
Un tratto di autostrada Catania-Messina, soprattutto nella zona di Giarre, è stata ricoperta da cenere lavica, con pietre nere che cadevano come chicchi di grandini su auto e persone. I violenti boati che hanno accompagnato quella che gli esperti dell’Ingv hanno definito la più breve ma la più energica eruzione dell’anno dell’Etna hanno fatto vibrare in maniera decisa i vetri di numerose abitazioni.
In diversi comuni sono già cominciate le pulizie, di strade, piazze, tetti, caditoie, tombini. Un lavoro infinito, visto che il vulcano sta rendendo sempre più brevi i tempi tra un’attività stromboliana e l’altra e che sta mettendo in ginocchio l’economia dei Comuni alle pendici dell’Etna, per gli alti costi degli interventi: diversi milioni di euro per eruzione.