PALERMO, 17 APRILE 2013 – Oggi è arrivata l’ennesima notizia di una tragedia. Una notizia che non può chiudersi al lancio d’agenzia ma che impone l’obbligo di una riflessione. In un momento politico, sociale, economico così difficile, le storie di chi lotta ogni giorno si fanno sempre più delicate. Al limite.
Al limite vuol dire che basta un soffio di vento per essere spinti. Sì, per “essere spinti”. Perché c’è da chiedersi quanto oggi un gesto estremo sia un irrisolto personale e intimo o il degenerarsi di uno stallo colmo di incertezze, di menefreghismo, di incomprensione.
Le storie sono tante, tutte diverse ma tutte accomunate dalla stessa ferma volontà. Nessuno può davvero capire perché, nessuno può sapere se è la stanchezza, la disperazione, la depressione.
Parole che non possono esprimere fino in fondo un sentimento che fa decidere di smettere. Smettere di lottare, smettere di sperare, di fare i conti a fine mese. Ma anche di sorridere, di godere del primo sole, di abbracciarsi. Di vivere.
Vorremmo prendere la mano a tutti quelli che sono al limite. Vorremmo tirarli indietro e dirgli che non se lo meritano. Perché la sofferenza diventa poi il solo privilegio di chi resta.
Ma dato che non spetta a noi, possiamo solo continuare a dare voce a quanti hanno deciso di lanciare l’urlo di aiuto più forte che sono riusciti ad emettere.
Come l’albergatore Edoardo Bongiorno che si è ucciso Lipari, con un colpo di pistola in bocca, chiedendo perdono in una lettera. Come il falegname di Palermo che ieri si è impiccato e l’imprenditore di Taormina che ha deciso di togliersi la vita poche ore fa. Si tratta di Antonino Siligato, 76 anni, titolare del residence Circe di Taormina, in ansia perché da qualche tempo gli affari non andavano più bene. Pare infatti che l’imprenditore cercasse di vendere l’attività dal 2009.
Un elenco che, purtroppo, non sembra destinato a finire. Un elenco che non può solo diventare un dato statistico ma che deve essere interpretato come un allarme da prendere in considerazione sin da subito. E senza giri di parole poche convinte.
Adesso servono le mani di tutti.