CALTANISSETTA, 16 APRILE 2013 – Si aprono nuovi scenari nelle indagini sulla strage di Capaci, dove persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
La Dia (Direzione investigativa antimafia) di Caltanissetta, guidata da Sergio Lari, ha effettuato otto arresti, tra boss e gregari del clan di Brancaccio a Palermo, e perquisizioni in diverse città italiane dopo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza. L’ex reggente del mandamento di Brancaccio, nonché fedelissimo dei fratelli Graviano, oltre ad ammettere il suo ruolo nella fase esecutiva dell’attentato del 23 maggio del 1992, ha fornito nuovi elementi alle indagini che hanno portato al coinvolgimento di altre otto persone fino ad ora mai sfiorate dalle inchieste sull’eccidio.
A favorire le indagini dei magistrati anche le dichiarazioni di un altro pentito, Fabio Tranchina.
Fra i destinatari degli ordini di custodia cautelare c’é il capomafia Salvo Madonia, che si trova già detenuto in regime di carcere duro e Cosimo D’Amato, in carcere da alcuni mesi per decisione dei giudici che indagano sulle stragi mafiose del 1993: se a Firenze ritengono che D’Amato sia stato l’uomo che ha fornito l’esplosivo per le stragi, i giudici di Caltanissetta ritengono che possa avere messo a disposizione delle cosche mafiose il tritolo utilizzato per far saltare in aria l’autostrada il pomeriggio del 23 maggio del 92.
Ordine di custodia cautelare anche per Giuseppe Barranca, Cristoforo Cannella, Cosimo Lo Nigro, Giorgio Pizzo, Lorenzo Tinnirello e Vittorio Tutino.