PALERMO, 12 APRILE 2013 – Minacce di morte a un dirigente dell’Amat. Il dipendente dell’azienda del trasporto pubblico è stato aggredito verbalmente da un sindacalista. Dopo aver denunciato il fatto, il dirigente ha chiesto di essere posto in aspettativa.
Si tratta dell’ennesimo atto intimidatorio nelle ultime settimane. Dopo quello contro il sindacalista Salvatore Girgenti, si sono infatti verificati altri preoccupanti episodi, dalla sparizione di chiavi dei mezzi (fra cui i furgoni destinati ad officina mobile) ai tubi dei compressori tagliati.
“C’è un clima molto teso – dice Cesare Lapiana, vicesindaco e assessore comunale alle Aziende partecipate – e comprendiamo la paura dei dirigenti. A loro va la solidarietà del sindaco, Leoluca Orlando, e dell’Amministrazione comunale”.
“Alcuni fra coloro che non hanno gradito il fatto che si sia cominciato a mettere ordine in officina – prosegue Lapiana – non hanno nascosto il proprio disappunto, con metodi certamente lontani da quelli del normale confronto”.
Nonostante i sabotaggi e le minacce, sono cinquanta i mezzi dell’Amat in più che da tre settimane a questa parte circolano a Palermo.
“In sole 3 settimane di applicazione dell’accordo sui turni di lavoro in officina e sulla produttività – dice Lapiana – sono già 270 (contro i 220 precedenti) i mezzi Amat che tutte le mattine escono dal deposito per dare servizi ai cittadini”.
L’assessore ha ricordato anche come “l’accordo prevede, perché siano concessi i premi di produttività, un minimo di 307 mezzi circolanti quotidianamente, ma il nostro obiettivo è di raggiungere almeno i 400 mezzi entro la fine dell’anno”.
“L’officina dell’Amat è una delle più grandi e meglio attrezzate d’Italia – ricorda Lapiana – ed è perfettamente in grado di offrire l’assistenza tecnica se non all’intero parco vetture dell’azienda, certamente alla quasi totalità dei mezzi. Nonostante questo, inspiegabilmente, negli ultimi anni si è esternalizzata una grossa parte dell’assistenza (per oltre 120 veicoli, oltre la metà di quelli circolanti fino ad un mese fa, ndr) riducendo la produttività della struttura interna. Miriamo a riportare in azienda questa attività, per ridurre i costi e perché la produttività dell’officina e la qualità dei servizi resi ai cittadini vanno di pari passo”.