PALERMO, 12 APRILE 2013 – Sono finiti i tempi in cui si diceva che “parlare di soldi non è signorile“. Ormai le finanze di tutti, o perlomeno di tutti coloro i quali ricoprono ruoli chiave in società, sono pubbliche. Quantomeno, pubblicate. E un buon politico, per esempio, si giudica anche sulla base della sua trasparenza su questo argomento.
Mentre si avvicina la data di erogazione del primo stipendio dei parlamentari nazionali, che dovrebbe arrivare a fine aprile (comprensiva dei giorni di marzo), su internet impazza il dibattito su quale sia la cifra giusta da incassare per sentirsi a posto con la propria coscienza e con la società.
“Lo stipendio equo – secondo Davide Faraone, deputato del Partito democratico – dovrebbe essere pari a quello di un sindaco di una grande città, più il rimborso delle spese di vitto, alloggio e trasferimenti”.
Inoltre, per essere corretti sarebbe necessario anche pretendere una giustificazione più dettagliata degli extra previsti nel contratto. “Ogni deputato – spiega Faraone – ha a disposizione 3.500 euro mensili per altre spese, come per esempio quelle per i collaboratori personali e una sede fissa. Uscite fondamentali per un parlamentare, che deve avere un posto in cui lavorare e una persona che gli dia una mano per la gestione dell’agenda e la comunicazione. Ma oggi la legge prevede che si rendiconti soltanto la metà di questa cifra. Un provvedimento che obblighi a giustificare tutta la somma sarebbe sicuramente una buona decisione”.
Intanto, nelle spese di Davide Faraone c’è anche l’albergo in cui ha alloggiato in questo periodo durante le sue permanenze a Roma. “Non è il momento di prendere in affitto una casa – dice Faraone – visto che non sappiamo ancora come, ma soprattutto quando, finirà questa legislatura…”.