CATANIA, 12 APRILE 2013 – Stamattina la Squadra mobile di Catania ha eseguito tre ordinanze di custodia in carcere nei confronti di Francesco Di Stefano, 40 anni, soprannominato “Ciccio pasta ca sassa“, pregiudicato e già detenuto; Nicola Christian Parisi, 45 anni anche lui pregiudicato e già detenuto; Ugo Rosario Angrì, 46 anni, detto “Saru a tigre“, pregiudicato.
I tre, secondo gli inquirenti, sarebbero responsabili del tentato omicidio di Orazio Pardo, 56 anni, pregiudicato, e Salvatore Liotta, 52 anni. Di Stefano, Parisi e Angrì avrebbero agito, secondo l’accusa, per conto dei “Cursoti milanesi”, cosca della quale Di Stefano era reggente. I tre sono accusat anche di detenzione e porto illegale di armi da fuoco.
Il provvedimento è scattato nell’ambito delle indagini coordinate dalla Dda di Catania, già sfociate nell’operazione “Revenge” condotta dalla Squadra Mobile nell’ottobre del 2009 e scaturita dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Vincenzo Pettinati, Eugenio Sturiale, Gaetano D’aquino e Gaetano Musumeci.
I pentiti avevano evidenziato il conflitto tra le cosche Cappello – Bonaccorsi e Cursoti Milanesi a causa di una estorsione “contesa” dai rispettivi reggenti, Giovanni Colombrita e Francesco Di Stefano. I contrasti avrebbero determinato l’agguato a Orazio Pardo, esponente di rango del clan Cappello, che era riuscito a sfuggire grazie all’intervento del proprio complice, Salvatore Liotta.
Francesco Di Stefano e Nicola Christian Parisi erano già stati arrestati insieme a Michele Musumeci, 31 anni, ma l’ordinanza di custodia cautelare fu annullata dal Tribunale del Riesame che ritenne insufficienti le dichiarazioni dei collaboratori. Dopo l’inizio della collaborazione di Michele Musumeci è scattata la nuova misura cautelare, anche a carico di Angrì indicato come colui che aveva messo a disposizione l’autovettura utilizzata dai sicari, partecipando, a distanza, all’agguato.