ROMA, 11 APRILE 2013 – Trasferito ad Aosta l’ex pm di Palermo, Antonio Ingroia: andrà a ricoprire il ruolo di sostituto procuratore.
Lo ha deciso il plenum del Csm, con diciannove voti a favore e sette astenuti. Aosta è l’unica circoscrizione in cui Ingroia, che ha preso parte alle scorse elezioni politiche come leader di “Rivoluzione civile”, non si è candidato.
Il Csm aveva ricevuto oggi dal magistrato una richiesta di audizione che è stata però respinta dalla terza Commissione. Il suo presidente Roberto Rossi lo ha comunicato al plenum spiegando che non era possibile ascoltare il pm perché la pratica non poteva tornare alla sua Commissione. Così il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, ha preso atto del parere negativo sulla richiesta di audizione di Ingroia e ha dato il via al voto sul trasferimento del magistrato ad Aosta.
Adesso Ingroia dovrà rimanere ad Aosta almeno tre anni e per cinque anni non potrà chiedere aspettative o fuori ruolo, come prevede la legge. Il Csm cancella anche qualunque possibilità per il magistrato di accettare l’incarico a Riscossione Sicilia.
Unica strada per Ingroia, oltre alle dimissioni, il ricorso al Tar e al Consiglio di Stato.
Ingroia si è detto “amareggiato e deluso” dalla decisione del Csm, “loro hanno fatto le loro scelte, io farò le mie”.
E il magistrato non ha escluso di potere lasciare la magistratura: “C’è anche questa scelta in uno spettro molto ampio di possibilità”. E Ingroia avrebbe confidato alle persone a lui più vicine l’intenzione di rimanere a Palermo.
“Il Csm ha fatto valutazioni che mi lasciano abbastanza sconcertato. Prendo atto delle decisioni che non mi sembrano ispirate da disponibilità e attenzione nei confronti di un magistrato come me che per 25 anni ha dedicato la propria vita e la propria attività nella lotta alla mafia. Si è trascurata la possibilità di mettere a frutto la mia esperienza. Ne prendo atto e aspetto che mi venga notificato il provvedimento”. Così Antonio Ingroia al Tgcom24.
Il magistrato ha puntualizzato: “Si è scelto di non valorizzare la mia professionalità, anche con una punta di disprezzo nei confronti del mio lavoro di questi anni. Una punizione? Ha il sapore di un provvedimento punitivo. Non so le ragioni perchè si è parlato di alcune regole come se fossero inflessibili ma lo stesso Csm ha violato le regole che dice di essersi dato. Mi mandano a fare il Pm e non il giudice, violando la regola che chi rientra da un’aspettativa politica non può fare il pm. Perchè fare un’eccezione a questa regola e non eccezioni a regole relative a sede di destinazione e funzioni? Difficile non scorgere un effetto punitivo in questi provvedimenti. Ne terrò conto”.