PALERMO, 10 APRILE 2013 – Tornerà in carcere Michele Aiello, l’ex re della sanità privata siciliana, che stava scontando la sua condanna a 15 anni e 6 mesi per il processo alle “talpe” alla Dda di Palermo nella sua casa di Bagheria a causa di una forma di favismo di cui soffre.
Il Tribunale di sorveglianza di Palermo, presieduto da Alberto Bellet, infatti, in base anche ad alcune perizie, ha stabilito che nel carcere milanese di Opera esistono le condizioni per garantire ad Aiello adeguata assistenza e ha perciò disposto il suo trasferimento in quel penitenziario.
Michele Aiello, ex manager di Villa Santa Teresa a Bagheria, era stato condannato nel processo per le ‘talpe’ alla Dda di Palermo come prestanome del boss Bernardo Provenzano e manovratore di una rete che carpiva informazioni riservate sulle indagini.
La scarcerazione di Aiello, perché continuasse a scontare la pena agli arresti domiciliari, era stata disposta dal Tribunale di sorveglianza dell’Aquila, perché all’epoca era detenuto a Sulmona, dal 22 gennaio del 2011, dopo essere stato condannato definitivamente. La decisione dei giudici aquilani aveva suscitato polemiche, e il ministro della Giustizia, Paola Severino, aveva disposto un’indagine interna. Accertamenti erano stati avviata separatamente anche da Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.
Con il rientro di Aiello in Sicilia, a Bagheria, la competenza sul suo caso è tornata al Tribunale di sorveglianza di Palermo, che su richiesta del procuratore generale Mirella Agliastro, dopo le necessarie consulenze mediche, ha individuato nel carcere di Opera l’istituto adatto per accogliere Aiello e garantirli la dieta particolare che deve seguire per il favismo.