Il Csm ferma Ingroia. E adesso Aosta diventa più vicina…

di Redazione

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Il Csm ferma Ingroia. E adesso Aosta diventa più vicina…

| mercoledì 10 Aprile 2013 - 17:08

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PALERMO, 10 APRILE 2013 – Antonio Ingroia non starà al vertice di Riscossione Sicilia Spa. Il Consiglio superiore della magistratura ha bloccato la nomina dell’ex procuratore di Palermo che era stata proposta dal presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.

 

Il leader di “Rivoluzione civile” sarebbe dovuto andare a presiedere il Consiglio di amministrazione della società siciliana di riscossione dei tributi, ma la Terza commissione del Csm ha rifiutato, con voto unanime, le richieste avanzate da Ingroia per ottenere l’aspettativa e il collocamento fuori ruolo.

 

“Non sussiste l’interesse dell’amministrazione della giustizia”. È questa la motivazione con cui il Csm “ha ritenuto all’unanimità non accoglibile l’istanza del dott. Antonio Ingroia di essere collocato in aspettativa per assumere l’incarico di Presidente di Riscossione Sicilia spa”.

Una decisione attesa, visto che in tutti i casi analoghi precedenti, l’ultimo dei quali risaliva all’inizio di quest’anno, il Csm ha finora vietato le autorizzazioni per incarichi amministrativi.

 

Resta fissato all’ordine del giorno di oggi pomeriggio l’esame della delibera con cui si propone il ricollocamento in ruolo di Ingroia con funzioni di giudice ad Aosta. Un trasferimento, questo, che molto probabilmente sarà approvato entro stasera dal plenum.

 

E non viene risparmiata ad Antonio Ingroia nemmeno il sarcasmo del vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, che su Twitter ha scritto: “Rivoluzionario sconfitto, gabelliere mancato, aostano per forza? Dura la vita di Ingroia. Un tempo superstar, oggi ramingo bocciato”.

 

Il Codacons ha accolto “con soddisfazione” la decisione del Csm di vietare all’ex pm di Palermo di presiedere l’ente Riscossione Sicilia Spa. “Il Csm ha preso in considerazione la nostra diffida – spiega il Codacons in una nota – e ha ritenuto di negare l’autorizzazione a ricoprire l’incarico. Sarebbe stato davvero grave se il Csm avesse permesso ad un magistrato, bocciato alle elezioni politiche, di ricoprire un così delicato ruolo in Sicilia, nonostante le informazioni da egli acquisite nel corso della sua attività di Pm proprio nella regione dove avrebbe poi dovuto far pagare le tasse”.

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