PALERMO, 6 APRILE 2013 – Troppa enfasi per un incrocio che sarà pericoloso come tutti quelli che ci attendono sino alla fine della stagione. Il Palermo contro Delio Rossi, l’uomo più amato dal popolo rosa, persino più di Guidolin a cui sono legati i ricordi della storica promozione in A e della prima qualificazione europea.
Una sfida i cui toni cromatici sono insuperabili (Palermo e Samp hanno due tra le maglie più belle del mondo) e quelli romantici ampiamente surclassati dagli interessi di classifica, più del Palermo che del signor Delio quasi al riparo da brutte sorprese. Se passa quasi in secondo piano l’incontro con Rossi, figuriamoci quello con Sagramola, il più longevo dirigente alla corte di Zamparini, tra i più retribuiti anche in virtù della sua carica di amministratore delegato, ma forse anche quello che ha fatto meno presa su quella parte di città che guarda più alle vicende sportive che alle cronache mondane.
Rispetto alla partita d’andata il Palermo troverà un’altra squadra: più robusta a centrocampo, meno distratta in difesa, più capace di agire in fase offensiva sfruttando al massimo le risorse della casa. Rossi, confermando la sua vocazione, ha valorizzato i giovani di talento ma ha fatto ricorso a piene mani dell’esperienza di giocatori rodati come Palombo, divenuto il perno centrale della difesa genovese. L’esplosione di Icardi vale una stagione per ciò che il giovane argentino è riuscito a fare – su tutto la doppietta vincente in casa della Juve – e per ciò che frutterà la sua cessione il prossimo anno. Ma prima di parlare del futuro, Rossi vuole mettere in cassaforte una salvezza che ha strameritato con un’inversione di tendenza che amplifica i demeriti di chi l’ha preceduto. Manca davvero poco per centrare l’impresa, una vittoria contro il Palermo porrebbe fine probabilmente alla contesa.
Sannino come Rossi deve puntare al bersaglio grosso. Il Palermo avrà gioco meno facile rispetto alla partita contro la Roma perché diverse e meno favorevoli le caratteristiche dei liguri. E, oltre tutto, perde due pedine essenziali nel reparto difensivo guardato sempre con grande apprensione. Sorrentino la partita la guarderà in tv come Munoz, squalificato e privato della sfida di marca sudamericana con l’attacco blucerchiato (Eder e Maxi Lopez, oltre Icardi). Per restare in corsa servono due primati stagionali: la prima vittoria esterna e il secondo successo consecutivo.
Probabile il ritorno in difesa di Donati – l’alternativa è Garcia esterno sinistro e Aronica in posizione centrale – e la presenza di Rios tra Kurtic e Barreto nella linea mediana. In attacco si parte come sabato scorso: Miccoli terminale offensivo, Ilicic a fare ciò che vuole con la speranza che trovi la giocata vincente. Come sette giorni fa, al di là di uomini e schieramenti tattici, conterà di più l’atteggiamento mentale, la voglia di dimostrare che l’impresa salvezza è ancora possibile, contro la logica dei numeri e – se ci è consentito – dei valori tecnici.