PALERMO, 2 APRILE 2013 – Ci sarebbe il pm Nino Di Matteo nel mirino del boss latitante Matteo Messina Denaro. Lo svelano due lettere anonime, recapitate qualche giorno fa alla Procura di Palermo.
“Amici romani di Matteo (Messina Denaro n.d.r.) – scrive l’autore anonimo delle lettere, di cui dà notizia oggi “Il Fatto” – hanno deciso di eliminare il pm Nino Di Matteo in questo momento di confusione istituzionale, per fermare questa deriva di ingovernabilità. Cosa Nostra ha dato il suo assenso, ma io non sono d’accordo”.
Il mittente delle missive sarebbe, a suo dire, uno dei membri del commando di morte, in grado di fornire notizie riservate sugli spostamenti di Di Matteo e sui depositi di armi ed esplosivo nascosti il alcune borgate palermitane.
Il pm Nino Di Matteo rappresenta l’accusa nel processo agli ex ufficiali del Ros, Mario Mori e Mauro Obinu, e con Antonio Ingroia ha condotto l’indagine sulla presunta trattativa Stato-mafia.
Dopo l’arrivo delle lettere, sempre secondo “il Fatto”, il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica ha rafforzato la scorta al magistrato, sul quale la procura generale della Cassazione ha recentemente avviato un procedimento giudiziario, definito “un poco inopportuno, se non scandaloso”, dal procuratore aggiunto di Palermo, Vittorio Teresi.
E ci sarebbe anche un magistrato in servizio a Caltanissetta, “che ha l’abitudine di tornare a Palermo”, nella lista degli obiettivi da eliminare contenuta nelle due lettere anonime. Mentre per Di Matteo il progetto, deliberato due mesi fa con l’assenso di capimafia liberi e detenuti, aveva raggiunto la fase esecutiva e doveva scattare a maggio, per il magistrato di Caltanissetta non vengono indicate date precise, ma l’anonimo mostra di conoscere le strade e i percorsi che questi fa abitualmente.
La Procura di Caltanissetta ha aperto un’inchiesta, per ora contro ignoti, sulle lettere di minacce arrivate al pm antimafia Antonino Di Matteo. “Abbiamo preso queste minacce molto sul serio – conferma il Procuratore capo di Caltanissetta, Sergio Lari, che coordina l’inchiesta – quindi stiamo lavorando per fare luce su quanto scritto nella lettera”.
“Dall’eccidio di Aldo Moro alla strage di Capaci, in un momento di grave crisi politica ed istituzionale torna la strategia della tensione”. Lo afferma il presidente del Centro Pio La Torre, Vito Lo Monaco, sottolineando che le minacce di morte contro il pm di Palermo Nino Di Matteo, al quale il Centro Pio La Torre esprime tutta la sua solidarietà, “rientrano in una rinnovata strategia della destabilizzazione, il cui obbiettivo apparente vorrebbe mettere la sordina alle indagini e ai processi in cui il pm è impegnato, ma soprattutto bloccare ogni possibilità di cambiamento nella direzione politica del paese”. Lo Monaco auspica “un’azione di responsabilità politica che permetta il varo di un governo in grado di risollevare il Paese in tempi brevi”.