PALERMO, 2 APRILE 2013 – Il gruppo del Movimento 5 Stelle dell’Ars, ha presentato due interpellanze al presidente della Regione, Rosario Crocetta, e all’assessore all’Economia, Luca Bianchi, per chiedere che si intervenga sulla gestione delle ipoteche, che stanno affliggendo i cittadini in questo particolare momento di crisi economica.
In particolare, i “grillini” hanno chiesto lo stop sulle ipoteche per debiti con l’erario sotto gli 8 mila euro, con cancellazione d’ufficio di quelle già iscritte, e immediata rimodulazione dell’aggio pagato all’agente di riscossione, per alleggerire il peso fiscale sui cittadini.
“Palesemente illegittima – afferma il deputato regionale a 5 Stelle, Stefano Zito – è l’iscrizione di ipoteche per debiti sotto gli 8 mila euro, pratica che, a quanto pare, viene costantemente esercitata nonostante un pronunciamento contrario della Corte di Cassazione nel 2010 e successiva legge dello stesso anno. Tutto ciò sta causando gravi danni all’economia e ai contribuenti, che si vedono rifiutare finanziamenti dalle banche a causa dei queste azioni esattoriali”.
Oggetto delle interpellanze è anche il sistema dall’aggio, il compenso particolare dovuto agli esattori dopo la riscossione degli introiti, che presto andrà in pensione per essere sostituito dal rimborso. Attualmente a favore di “Sicilia Riscossione Spa” è previsto un aggio che varia in relazione alla celerità dei pagamenti da parte del debitore e che può oscillare dal 4,65 fino al 9 per cento.
“Ciò – sostiene Zito – è in contrasto con l’articolo 3 della Costituzione, che garantisce al cittadino pari dignità sociale e di trattamento davanti alla legge, senza distinzioni di sesso razza, religione e condizione sociale. Invece, attualmente, si finisce per penalizzare chi non è in grado di pagare immediatamente il debito con un notevole incremento dell’esborso futuro”.
A rendere illegittimo l’aggio sono anche l’applicazione di compensi diversi a fronte di identiche prestazioni e la fissazione della misura dei compensi di riscossione nella percentuale fissa del nove per cento (per pagamenti oltre i sessanta giorni dalla notifica), anziché in misura corrispondente ai costi del servizio di riscossione.
“Irragionevole ci sembra – conclude Zito – anche l’applicazione dell’aggio sugli interessi di mora, considerando che l’agente delle riscossione non ha anticipato nessuna somma all’Erario”.