NISCEMI (CL), 30 MARZO 2013 – Nuova manifestazione contro il Muos si è svolta a Niscemi. Un corteo di circa diecimila persone è sceso in strada per dire “no” davanti ai cancelli della base americana.
Ad aprire il corteo “No Muos” sono stati i piccoli abitanti di Niscemi insieme alle loro mamme e circa diecimila persone provenienti da tutta Italia.
“Sarà una bella festa di protesta”, ha assicurato il sindaco Francesco La Rosa. Che precisa: “La mia città è serena”.
Contro il Muos hanno sfilato i politici del Movimento 5 Stelle, del Pd e di Sel, ma anche l’assessore regionale al Territorio e Ambiente Mariella Lo Bello, che arriva a Niscemi il giorno dopo la revoca definitiva delle autorizzazioni alla costruzione del radar da parte della Regione. Una mobilitazione di massa con cui si ribadisce il no al progetto in attesa dello studio della commissione nazionale indipendente che dovrà chiarire i tanti punti controversi del progetto
L’appuntamento era alle 14:30 in contrada Apa, sulla strada provinciale Niscemi-Caltagirone, per procedere insieme fino ai cancelli della base americana che si trova in contrada Ulmo.
Il sindaco di Niscemi, Francesco Rosa, è sceso per strada con un fazzoletto bianco legato al collo con la scritta “No Muos”. “Noi non siamo in guerra con gli Stati Uniti – ha dichiarato il sindaco -, anzi ci sarebbe piaciuto avere oggi con noi alla manifestazione anche il console degli Stati Uniti. Noi vogliano la tutela della salute della nostra gente sono molto felice perché la manifestazione è riuscita bene, è bella e colorata ma soprattutto pacifica”. Le 41 antenne di Niscemi sono lì da diversi anni e alla domanda su perché proprio adesso i cittadini hanno deciso di protestare il sindaco risponde: “Grazie ai giovani, forse qualcuno ha giocato sull’ignoranza perché noi non capivamo quale fosse il problema. Adesso bisogna fare chiarezza a difesa del nostro territorio”.
Anche il parroco di Niscemi, don Giuseppe Cafà sta partecipando al corteo per dire no al sistema radar della Marina militare americana: “Dal primo momento la Chiesa si è subito schierata, e io con loro, per chiedere chiarezza sui danni che possono derivare dalla realizzazione del Muos a Niscemi. Noi crediamo nello sviluppo e non lo vogliamo fermare ma non vogliamo che ciò avvenga a discapito della cittadinanza”.
“Sono qui al corteo, insieme alle mamme di Niscemi, per dire no al Muos in nome del governo regionale che oggi rappresento”. Lo ha detto l’assessore regionale siciliano al Territorio e ambiente, Mariella Lo Bello “Questa è una manifestazione che non era stata organizzata contro la mancanza di una revoca dell’autorizzazione – spiega l’assessore Lo Bello – e io oggi sono qui”.
“Sono qui a rappresentare l’intero governo regionale. Il mio assessorato ha prima firmato la sospensione e oggi l’avvio della revoca delle autorizzazioni. La mia presenza qui non è un atto dovuto. Il governo Crocetta non è dentro il palazzo ma è qui a manifestare insieme con le mamme”.
Legambiente Sicilia ha espresso soddisfazione per la revoca delle autorizzazioni alla realizzazione del Muos di Niscemi annunciata dal Governo regionale, ma ritiene che ogni valutazione finale vada fatta dopo avere conosciuto i contenuti del provvedimento emesso dall’Assessorato regionale Territorio e Ambiente. “Ci aspettiamo ora – dice Angelo Dimarca, responsabile regionale Conservazione Natura di Legambiente Sicilia – che la Regione depositi subito il provvedimento di revoca al Tar Palermo, dove è in corso di trattazione il ricorso del Comune di Niscemi e di Legambiente contro le autorizzazioni, procedimento nel quale la Presidenza della Regione difesa dall’Ufficio Legislativo e Legale si è costituita contro l’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente difeso dall’Avvocatura dello Stato. Il 4 aprile è stata convocata una prima verifica sulle autorizzazioni che non ha più senso se realmente c’è stata la revoca”.
Per Legambiente il prossimo passaggio sarà il monitoraggio puntuale delle 41 antenne esistenti nella base di contrada Ulmo “per adottare i necessari provvedimenti a tutela della salute dei cittadini e la
rinaturalizzazione delle aree della riserva naturale Sughereta di Niscemi manomesse dai lavori del Muos, le cui autorizzazioni non potevano essere rilasciate come dimostra la revoca disposta dal Governo Regionale”.
Giovedì scorso è stata deositata alla Camera dei Deputati un’interrogazione a risposta scritta sulla vicenda del Muos di Niscemi. Primo firmatario il deputato siciliano di Sel, Erasmo Palazzotto, che spiega: “Il diritto alla salute non può essere subordinato in alcun modo agli interessi militari”.
“Accogliamo positivamente – aggiunge – le ultime notizie che giungono dal Governo regionale, che dichiarano concluso il procedimento per la revoca delle autorizzazioni per la realizzazione dell’impianto in un’area riservata, ma ci pare assurdo che, in termini generali, il Parlamento italiano non sia mai stato interessato da una vicenda così delicata e che ancora oggi alle autorità locali non sia dato conoscere quali sono i dati reali su cui le autorità militari statunitensi hanno preso decisioni in merito. Il trasferimento del Muos da Sigonella a Niscemi ci consegna la responsabilità di dover ribadire che l’incolumità fisica e ambientale della Sicilia e dei siciliani non possono essere messe a rischio e che la nostra terra non può essere usata come avamposto offensivo sullo scacchiere del Mediterraneo. La Sicilia è territorio di Pace, come abbiamo voluto precisare anche in un documento approvato dall’Assemblea Regionale del partito siciliano, attraverso cui abbiamo reso nota la partecipazione di Sinistra Ecologia e Libertà alla manifestazione che si terrà oggi a Niscemi”.
Attraverso l’atto ispettivo, i parlamentari di Sel chiedono di conoscere quali sono le misure che il governo nazionale intende assumere per rendere effettiva la sospensione dei lavori per la realizzazione del Muos, in attesa di una complessiva valutazione dell’impatto ambientale dell’installazione, adottando il principio di precauzione, e come il governo nazionale intende agevolare il lavoro della commissione incaricata dal Governo e dalla Regione per la verifica dell’impatto ambientale e sulla salute dell’opera in corso.