PALERMO, 28 MARZO 2013 – Un ingente patrimonio costituito da imprese, attività commerciali ed immobili, per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro, è stato sequestrato dalla Guardia di Finanza in esecuzione di tre distinti provvedimenti. Emergono già numerosi particolari dell’operazione ma gli investigatori non hanno ancora fatto filtrare i nomi delle persone coinvolte.
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Il primo sequestro ha riguardato un costruttore palermitano di 50 anni, Giuseppe Provenzano, già oggetto di fermo nel 2009 per essere stato indicato da diversi collaboratori di giustizia quale elemento di rilievo della famiglia di Tommaso Natale e del mandamento di San Lorenzo. Condannato nel maggio 2012 dalla Corte di Appello di Palermo a dodici anni di reclusione per associazione mafiosa, è stato poi raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, sempre nel maggio 2012, in relazione ai reati di intestazione fittizia di beni, perché avrebbe gestito affari e imprese nell’interesse dei “boss” Lo Piccolo, ottenendo in cambio, grazie agli appoggi dell’organizzazione mafiosa, l’aggiudicazione di sub-appalti e lavori edili nella provincia di Palermo.
Nei suoi confronti sono stati ora sequestrati un avviato panificio, due società di costruzioni e tre immobili, oltre che due sale scommesse, formalmente intestate a prestanome, per un valore complessivo di 1.384.000 euro. Le società sono l’idrotermica dei Colli con sede in via San Lorenzo, Paledil snc con sede in via Agesia da Siracusa, Pane & co di Girolamo Provenzano con sede in via San Lorenzo, i centri scommesse Planet win365, My Bet e Planet Win di via Piazza Rossi e via Lorenzo Landolino.
Il secondo provvedimento di sequestro ha riguardato un imprenditore edile di 64 anni originario di Carini (PA), Salvatore Cataldo, ritenuto contiguo alla omonima famiglia mafiosa, per la quale si sarebbe adoperato per la riscossione del pizzo, circostanza confermata anche dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia. Nel dicembre 2010 è stato arrestato perché ritenuto responsabile anche dell’occultamento aggravato di un cadavere, rinvenuto all’interno di un fondo di sua proprietà. È stato poi condannato a 10 anni di carcere per associazione di tipo mafioso.
Il sequestro nei suoi confronti ha riguardato uno stabilimento industriale del valore di circa 500.000 euro a Carini e affittato ad una impresa di servizi, ritenuto riconducibile e nella piena disponibilità dell’imprenditore, sebbene intestato ad un prestanome. Le indagini economico–finanziarie svolte dalle Fiamme Gialle hanno dimostrato che era proprio lui e non il formale proprietario a riscuoterne i canoni di locazione.
Il terzo provvedimento eseguito ha riguardato invece un imprenditore palermitano di 48 anni, Carmelo Vinci, condannato, nell’ottobre 2010, dal Tribunale di Palermo – IV Sezione Penale a un anno di reclusione per tentata estorsione aggravata, violenza e minacce e poi nel novembre 2011 a 13 anni di reclusione dal Tribunale di Palermo – V^ Sezione Penale per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di numerose rapine.
Nei suoi confronti sono stati ora sequestrati due appartamenti nel centro cittadino, nonché un ristorante e un discobar molto frequentati, Cotton Club ristorante e al pub Felix di piazza Nascè, per un valore commerciale di oltre due milioni di euro, anche questi formalmente gestiti da un prestanome. Le risultanze investigative hanno infatti evidenziato forti discordanze tra i beni posseduti dal nucleo familiare del soggetto e le loro fonti di reddito ufficiali.