PALERMO, 27 MARZO 2013 – Il giudice del Lavoro di Palermo ha ritenuto infondato il ricorso con il quale un ex membro dell’ufficio stampa della Regione siciliana aveva impugnato il licenziamento.
Per il Tribunale del lavoro, infatti, il contratto dei giornalisti dell’ufficio stampa, che erano stati chiamati dall’ex presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, ha natura fiduciaria e precaria e poteva quindi essere risolto dal nuovo governatore, Rosario Crocetta.
Il giornalista dell’ufficio stampa è così titolare di un incarico professionale di collaborazione autonoma e non ha lo status di lavoratore subordinato. Conseguentemente, non sarebbero da applicarsi le dovute tutele offerte dalla legge contro i licenziamenti. Più approfonditamente, il giudice del lavoro ha sottolineato come la diversa interpretazione del contratto di lavoro prospettata dai giornalisti, come rapporto subordinato e a tempo indeterminato, potrebbe portare alla nullità del contratto stesso, in forza del contrasto con l’art. 97 della Costituzione che prevede l’obbligatorietà del concorso pubblico.
Il giudice ha inoltre condannato il giornalista al pagamento delle spese di lite.
Sulla situazione è intervenuto l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia. “Il presidente-giornalista abusivo Rosario Crocetta, che, in spregio alla tanto sbandierata legalità, continua a firmare da sè i comunicati stampa (o a farli redigere da politici e da personale amministrativo), commette una ulteriore, grave scorrettezza”.
“Dimenticando le proprie origini politiche e la tutela dei lavoratori, un tempo tradizionale patrimonio della sinistra, Crocetta definisce giusto un licenziamento, facendo peraltro affermazioni del tutto contrarie al vero: il giudice Dante Martino esclude infatti che vi sia stato un licenziamento, perchè a suo avviso non sussisteva un rapporto di lavoro subordinato, ma un contratto di lavoro autonomo”.
“Come faccia dunque Crocetta a parlare di licenziamento, e di licenziamento giusto per di più – prosegue la nota dell’Ordine – non è dato sapere. Nella sua ordinanza il magistrato, che non definisce affatto fiduciario e precario il rapporto di lavoro fra i colleghi e la Regione, riconosce poi la sussistenza di tutta la normativa che impone alla pubblica amministrazione l’obbligo di affidare a giornalisti le funzioni di informazione. Cosa che in questo momento non avviene dato che Crocetta, gli assessori e il personale amministrativo continuano a redigere e a diffondere da sè i comunicati stampa”.
“Ci auguriamo dunque che Crocetta voglia adeguarsi al più presto alle regole. Diversamente dovrà intervenire al più presto l’autorità giudiziaria“.