BAGHERIA (PA), 26 MARZO 2013 – Chiedevano soldi per chiudere un occhio sulle irregolarità di diverse attività imprenditoriali. Quattro uomini della Guardia Forestale sono finiti in manette per corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, omessa denuncia e abuso d’ufficio.
Si tratta di Pietro Ramacca (foto 3), nato a Ficarazzi, 49 anni, Rosario Spataro (foto 5), palermitano, 48 anni, Domenico Bruno (foto 4), nato a Bagheria, 48 anni, e Giovanni Fontana (foto 2), di Villabate, 48 anni. Insieme a loro è stato arrestato anche un imprenditore edile, Rosario Azzarello (foto 1), nato a Ventimiglia di Sicilia, 44 anni.
I quattro componenti delle Guardie Forestali erano appartenenti al distaccamento di Bagheria. Gli investigatori della squadra mobile avrebbero accertato diversi episodi di corruzione per favorire imprenditori compiacenti. Le tangenti venivano pagate anche perché gli imprenditori venivano messi sotto pressione dai quattro uomini, che utilizzavano dei metodi tipici delle organizzazioni criminali. Gli imprenditori, secondo quanto scaturito dall’attività investigativa, consideravano le quattro Guardie Forestali come uomini privi di dignità per le loro continue pretese.
L’operazione nasce da un’indagine più articolata che è stata svolta tra il 2011 e il 2012 dalla Squadra Mobile di Palermo, in stretta collaborazione con quella di Agrigento. Durante l’indagine l’attenzione degli investigatori si è concentrata sull’attività illecita di uno dei pubblici ufficiali, Pietro Ramacca, per poi coinvolgere anche gli altri tre.
Ramacca avrebbe favorito alcuni imprenditori nella costruzione di edifici abusivi, nelle illecita raccolta di materiali edili, oltre che gestire la raccolta di scommesse clandestine.
La guardia forestale avrebbe coinvolto nelle attività illecite anche il collega Rosario Spataro. I due avrebbero incassato somme di denaro da proprietari di edifici costruiti abusivamente per omettere la denuncia. Durante le indagini Ramacca e Spataro sono stati intercettati dalla Squadra Mobile mentre si dividevano in auto i soldi appena estorti ad un costruttore bagherese.
Le guardie forestali operavano spesso su segnalazione di imprenditori compiacenti che indicavano eventuali siti dove erano in corso lavori edili abusivi per guadagnare la loro riconoscenza e ottenere impunità sui lavori da loro condotti.
Proseguendo nelle indagini gli investigatori hanno rilevato prove di episodi di corruzione anche a carico di Domenico Bruno e Giovanni Fontana, e sull’imprenditore edile Rosario Azzarello.
Sulla vicenda è intervenuto il presidente della Regione, Rosario Crocetta, che annuncia provvedimenti: “La battaglia per la legalità – ha detto Crocetta – è elemento centrale delle istituzioni siciliane e costituisce una base importante per l’azione di governo. La Regione non farà alcuno sconto nei confronti dei dipendenti arrestati, verso i quali saranno presi immediatamente i provvedimenti previsti dalla legge”.
E l’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Mariella Lo Bello, ha annunciato: “Prenderemo tutti i provvedimenti disciplinari consentiti dalle normative vigenti nei confronti dei dipendenti arrestati dalla Polizia di Stato. Sebbene le indagini penali siano ancora pendenti, ci siamo immediatamente attivati con la sospensione cautelare dal servizio. Tutti i componenti del distaccamento sono stati già trasferiti d’ufficio in altra sede e prontamente sostituiti con altro personale”.
“Desidero ringraziare gli inquirenti per la loro opera instancabile – ha detto il sindaco di Bagheria, Vincenzo Lo Meo, alla quale l’amministrazione ha offerto sempre attiva e costruttiva collaborazione; siamo e saremo sempre dalla parte della legalità e della trasparenza”.